Chi è l’architetto Massimo Gentile, prestanome di Messina Denaro che gestiva i fondi del Pnrr in Lombardia
Massimo Gentile è uno dei tre uomini ritenuti complici di Matteo Messina Denaro arrestati durante il blitz dei carabinieri del Ros, coordinato dalla procura di Palermo diretta da Maurizio de Lucia, messo in atto nella notte tra il 26 e il 27 marzo. Architetto 51enne, è nato a Erice (Trapani) ma dal 2019 lavora per il Comune di Limbiate (Monza) dove svolge l'incarico di responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici, gestendo decine di progetti finanziati con il Pnrr. Cugino del boss Salvatore Gentile (detenuto all'ergastolo in quanto era uno dei killer della famiglia Messina Denaro), Massimo avrebbe offerto la sua carta d'identità al superlatitante dal 2007 al 2017 consentendogli di girare indisturbato per Campobello di Mazara fino al giorno della sua cattura, 16 gennaio 2023. Il 51enne si trova ora in carcere con l'accusa di associazione mafiosa.
Il trasferimento al Nord e i legami con Messina Denaro
Gli investigatori sono riusciti a risalire a Massimo Gentile attraverso uno dei numerosi appunti che Matteo Messina Denaro era solito scrivere. Il 51enne di Erice risulta iscritto all'ordine degli architetti dal 2001 e sospeso per motivi disciplinari nel 2016. L'anno seguente, Gentile lavorava a Campobello di Mazara presso la ditta di Laura Chiana, ovvero la moglie di Andrea Bonafede già arrestato nei mesi scorsi con l'accusa di aver consegnato a Messina Denaro le ricette del medico Alfonso Tumbarello.
Gentile decise, poi, di trasferirsi al Nord. A marzo 2019 viene assunto dal Comune di Limbiate per il quale si occupa della gestione dei progetti finanziati con il Pnrr. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri del Ros, l'architetto è cugino di primo grado di Salvatore Gentile, il quale a sua volta è sposato con Laura Bonafede: la maestra amante del superlatitante.
L'auto comprata con il documento di Massimo Gentile
Secondo la Procura di Palermo, Matteo Messina Denaro prima di essere "Andrea Bonafede" era "Massimo Gentile". L'architetto, infatti, avrebbe offerto la sua carta d'identità al boss dal 2007 al 2017, consentendogli di muoversi senza problemi per Campobello di Mazara. Inoltre, nel 2014 il superlatitante avrebbe comprato una Fiat 500 intestandola a Gentile. Gli investigatori sono riusciti a recuperare i documenti di acquisto e le assicurazioni dell’auto e anche di una moto Bmw, anche questa intestata a Gentile dal 2007.
Dalla concessionaria di Palermo dove fu ritirata la vettura nel novembre del 2014 c'era ancora la fotocopia della carta d’identità di Gentile con la foto di Messina Denaro. Oltre ad aver versato mille euro in contanti, il boss aveva consegnato al venditore un assegno circolare da 9mila euro emesso da una filiale di Palermo: nella richiesta c'era la firma a nome di Massimo Gentile, con la grafia di Messina Denaro.
Nello stesso blitz del 27 marzo i carabinieri del Ros hanno arrestato anche Cosimo Leone, 56enne residente a Campobello e tecnico di radiologia all’ospedale Ajello di Mazara del Vallo, in quanto avrebbe realizzato la Tac del 2020 con cui il boss scoprì di avere un tumore. Con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa è stato portato in carcere pure Leonardo Salvatore Gulotta, operaio agricolo 31enne residente a Campobello perché avrebbe fornito la sua utenza telefonica a Messina Denaro.