Chi è l’agente 007 “Lanza” e perché si parla di “mano oscura” nell’inchiesta dossieraggi
Si indaga per scoprire quali sono i collaboratori corrotti dei servizi segreti e della forze dell'ordine che avrebbero aiutato a realizzare dossier illegali per Equalize, l'azienda di investigazione privata finita ora sotto inchiesta con l'accusa di impossessarsi in modo illegale di informazioni dalle banche dati in possesso alle forze dell'ordine su commissione e sotto compenso di clienti. Le ricerche finite nella lente di ingrandimento di Equalize erano 800mila.
Carmine Gallo, l'ex poliziotto, era in possesso del 5 per cento di questa società, il 95 era nella mani di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera Milano che dopo iscritto nella lista degli indagati si è auto sospeso. Gallo e Pazzali, e tanti altri appartenenti a Equalize, dovranno difendersi dall'accusa di associazione a delinquere. Ma chi sono gli stretti collaboratori dell'ex poliziotto?
Cosa si sa sull'agente 007 "Lanza"
Negli atti della Procura si fa riferimento a una persona "appartenente ad Aisi", ovvero il servizio segreto interno, che gli inquirenti riescono a individuare solo con il nome fittizio "Lanza": chi ci sia dietro a Lanza è ancora tutto da scoprire. Ma – stando alle carte dell'inchiesta – questo "Lanza" effettuava ricerche nel sistema della banca dati del Ministero dell'Interno con nome utente "FOGA415": le informazioni finivano in un dossier che veniva consegnato dalla società di Pazzali e Gallo al cliente. Non si sa con certezza se sia l'unico appartenente ai servizi segreti coinvolto nell'inchiesta, al momento l'identità di "Lanza" resta sconosciuta.
Chi sarebbe gli altri collaboratori ad avere legami con l'intelligence
Tra gli altri sospettati ad avere legami con l’intelligence e finiti ora nel registro degli indagati c'è l’ex Ros Vincenzo De Marzio, nome in codice "Tela": il ruolo di De Marzo all'interno dell'associazione che ruota attorno a Equalize era quello di cercare clienti, oltre ad avere avuto – secondo la Procura – un ruolo nelle intercettazioni abusive. Sarebbe stato poi lo stesso De Marzio a mantenere e curare i rapporti con i clienti da lui gestiti, senza alcun intermediario. E avrebbe contribuito anche all'adozione di scelte strategiche e gestionali dell’organizzazione. Non solo "Lanza" e "Tela", anche il leader del gruppo degli hacker, ovvero Nunzio Samuele Calamucci, si vantava di avere lavorato per l'intelligence.
Perché si parla di "mano oscura"
Chi siano tutti i collaboratori di Gallo e Pazzali è ancora in parte da scoprire. Anche perché neanche i presunti appartenenti all'associazione a delinquere sapevano con esattezza l'identità di alcune persone e quanti ex o no appartenenti ai servizi segreti fossero realmente coinvolti? In una intercettazione Massimiliano Camponovo, socio dell’hacker Samuele Calamucci, spiegava i suoi timori: percepiva una "mano oscura" che gestisce il sistema. Tanto da precisare che teme per la sua incolumità e quella della sua famiglia. Anche in questo caso, chi ci sarebbe dietro alla "mano oscura" resta un mistero.