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Caso dossieraggi e dati rubati

Chi è Enrico Pazzali, al centro dell’inchiesta sui dati rubati, che la destra voleva candidare sindaco di Milano

Enrico Pazzali è socio di maggioranza di Equalize Srl, la società di sicurezza e investigazioni che è finita nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Attualmente è anche presidente di Fondazione Fiera e c’è chi lo voleva candidare per il centrodestra nelle prossime elezioni comunali e regionali.
A cura di Giorgia Venturini
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A Milano Enrico Pazzali è un nome che torna più e più volte nella mente di molti. Oggi è l'attuale presidente della Fondazione Fiera ma su di lui ci sono progetti ben più alti: c'è chi lo vuole tra i candidati del centrodestra per le prossime elezioni comunali di Milano e chi per quelle Regionali. Ad oggi vanta una presidenza che dura da anni e il premio più ambito di Milano, ovvero l'Ambrogino d'Oro.

Ora progetti e cariche potrebbero andare tutte in fumo. Enrico Pazzali infatti è socio di maggioranza (detiene il 95 per cento delle quote) di Equalize Srl, la società di sicurezza e investigazioni che è finita nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano perché accusata di aver avuto accesso illegalmente a banche dati strategiche nazionali. La società ora è finita sotto sequestro preventivo.

Tra gli arrestati sono finiti l'ex poliziotto Carmine Gallo, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, tutti ai domiciliari. Nella lista degli indagati invece sono finiti, oltre a Pazzali, anche il finanziere Matteo Arpe, la giudice Carla Giovanna Ranieri e l’imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio. E tanti altri. Ma cosa rischia ora Pazzali e chi è veramente il presidente di Fondazione Fiera?

Chi è Enrico Pazzali, il possibile candidato del centrodestra

Enrico Pazzali nella prossime ora dovrà chiarire tutto davanti al Comitato esecutivo della Fondazione Fiera. Dovrà fornire la sua versione dei fatti e convincere tutti per evitare le dimissioni. Eppure la sua nomina aveva convinto tutti: aveva avuto non solo il via libera di Regione Lombardia (facile da ottenere dal momento che è un uomo del centrodestra), ma anche dal Comune di Milano in mano al centrosinistra.

Pazzali, 60enne e milanese doc con una laurea alla Bocconi in Economia aziendale, dovrà chiarire tutto: ancora una volta dovrà convincere tutti di meritarsi la sua carica e perché no, anche l'ambito Ambrogino d'Oro.

Certo è che se ora la poltrona della Fondazione Fiera vacilla, così lo sono anche tutti i progetti politici che lo volevano tra la rosa di candidati per il centrodestra per le prossime elezioni sia comunali che regionali. C'è chi infatti confidava su di lui per strappare il Municipio alla sinistra milanese. Nel toto nomi del post Sala ci sono anche l’ex rettore del Politecnico, Ferruccio Resta, e Regina De Albertis, prima presidente donna di Assimpredil Ance. Enrico Pazzali però poteva essere l'assist a cui ambiva il centrodestra.

La sua stretta vicinanza all'attuale presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana aveva fatto anche in modo che Pazzali balzasse in testa alla corsa nelle prossime Regionali. Le prime indiscrezioni davano Pazzali come alternativa a Guido Guidesi, l'assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. Che succederà ora? Come il centrodestra spiegherà il fatto che uno dei suoi "papabili" candidati era anche chi – secondo la Procura – rubava dati sensibili a membri del suo stesso partito?

Di cosa è accusato Enrico Pazzali

Enrico Pazzali è il proprietario della Equalize Srl, nonché il socio di maggioranza e presidente del Consiglio di amministrazione. L'ex poliziotto Carmine Gallo invece è socio di minoranza, amministratore delegato e rappresentante dell'impresa. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, Equalize, tra le società più ambite nel settore delle investigazioni private, accedeva abusivamente a banche dati istituzionali riservate e protette da misure di sicurezza. Nel mirino della società c'era soprattutto il Sistema informativo interforze, ovvero la banca dati per eccellenza con all'interno tutte le informazioni di polizia. Attraverso hacker riusciva ad acquisire illegalmente informazioni sul conto di centinaia di persone.

Per farlo poteva contare anche sulla collaborazione di pubblici ufficiali corrotti e soprattutto muniti di password per accedere al sistema. L'obiettivo era il denaro: tutto era finalizzato a soddisfare il cliente di turno e ottenere da questo il compenso della prestazione.

A 13 indagati, tra cui Pazzali, è stata contestata l'associazione a delinquere (Art. 416): l'organizzazione agiva per finalità di profitto – secondo l'accusa – ottenuto dalla commercializzazione delle informazioni illecitamente acquisite oppure si servivano di queste per ricattare condizionando così i settori della politica e dell'imprenditoria.

Secondo la Dda, il ruolo di Pazzali nel sodalizio era quello di procacciare importanti clienti per la sua società. Per accedere al Sistema informativo interforze poteva contare sul suo braccio destro, l'ex poliziotto Carmine Gallo.

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