Chi è Antonio Canale, “l’imprenditore del crimine” della Gomorra lomellina che ha ucciso Christian Ikogwe
Sei anni fa la Procura di Pavia gli attribuiva il ruolo apicale di un'organizzazione criminale specializzata nello spaccio di stupefacenti e nel traffico di armi. Ora, il 46enne Antonio Canale, è accusato dell'omicidio del 25enne Chirstian Ikogwe. Lo scorso giovedì 2 marzo lo ha accoltellato a morte nel piazzale della Cascina Montericco di Mortara, dove il ragazzo nigeriano viveva con suo fratello in un appartamento preso in affitto dalla madre 67enne di Canale.
I due giovani avrebbero chiesto alla donna perché nella loro abitazione non funzionavano ancora gas ed elettricità. Stando al racconto della 67enne, lei avrebbe chiesto aiuto al figlio sentendosi aggredita verbalmente e lui sarebbe intervenuto uccidendo il 25enne.
L'operazione ‘Coffee Time'
Nel marzo del 2017 in 18 vennero arrestati con l'accusa di spaccio di stupefacenti. Si trattava dell'operazione ‘Coffee Time', costola dell'indagine ‘Cave canem' che aveva sgominato quella che era stata definita la "Gomorra lomellina". A quel tempo, Canale era il titolare del bar Birimbao in via Rocca Vecchia a Vigevano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era un "imprenditore del crimine, capace di differenziare la propria attività in più settori", vertice del traffico di armi e stupefacenti.
Ora Canale è di nuovo in carcere per aver ucciso Christian Ikogwe. Lo scorso giovedì gli ha inferto almeno tre fendenti con un coltello che non è ancora stato ritrovato. Dopo essere stato colpito, il 25enne aveva anche provato a fuggire in bicicletta prima di finire a terra. Soccorso dai sanitari del 118, è stato portato all'ospedale San Matteo di Pavia dove è deceduto poco dopo.
I suoi famigliari, in particolare il fratello 31enne Godspawer, ora temono che l'omicidio di Christian venga giudicato come eccesso di difesa. Ieri pomeriggio, domenica 5 marzo, si sono ritrovati insieme ad altri amici nella piazza della stazione ferroviaria di Mortara. Un presidio pacifico, alla presenza di pattuglie dei carabinieri e guidato da Godspawer. Christian era in Italia da un anno e mezzo, lavorava come operaio e muratore anche se la sua passione era la sartoria.