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Chi è Andrea Beretta, il capo ultrà dell’Inter che ha ucciso Antonio Bellocco

Andrea Beretta, 49 anni, è al vertice del tifo organizzato nerazzurro dentro lo stadio di San Siro a Milano. Erede di Vittorio Boiocchi, ultrà dal passato criminale, è stato più volte arrestato per spaccio, furto, violenza. Nel 2022 l’aggressione a un ambulante fuori dal Meazza: “I napoletani non li vogliamo”
A cura di Francesca Del Boca
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Un nome noto tra gli spalti della Curva Nord a San Siro e tra le forze di polizia cittadine. È quello di Andrea Beretta, 49 anni, ultrà nerazzurro che ieri a Cernusco sul Naviglio (Milano) fermato per l'omicidio di Antonio Bellocco, 36 anni, tra gli eredi al Nord del clan ‘ndranghetista di Gioia Tauro, in Calabria.

Chi è Andrea Beretta, capo ultras dell'Inter

Originario di Piotello, hinterland est di Milano, dall’ottobre del 2022 era sottoposto a un Daspo di dieci anni e alla sorveglianza speciale. Mentre lo scorso giugno era stato condannato a un anno (con pena convertita in una multa di oltre 3500 euro) per il pestaggio di un ambulante che vendeva foto di calciatori e gadget, prima della partita di Champions League Inter-Liverpool del febbraio 2022. "Noi qui i napoletani non li vogliamo", aveva detto l'ultrà alla vittima, dopo averle sottratto la bomboletta spray che portava con sé per le sue crisi d'asma.

Andrea Beretta e Antonio Bellocco
Andrea Beretta e Antonio Bellocco

I precedenti penali di Andrea Beretta

Ma non solo. Andrea Beretta, negli ultimi 25 anni, viene arrestato più volte per spaccio, furto, violenza, minaccia a pubblico ufficiale e tanti altri reati, non solo in occasione di partite di calcio al Meazza e di violazioni dei Daspo. È il delfino di Vittorio Boiocchi, storico membro dei Boys dal passato criminale ucciso a colpi di pistola nell'ottobre del 2022: dopo la sua morte Beretta, sulla carta titolare di un negozio di abbigliamento che vende prodotti legati all'Inter e al mondo della curva, acquista sempre più spazio tra i vertici del tifo organizzato. Quello che stanno facendo anche i membri delle organizzazioni criminali locali, che ruotano intorno ai gradoni dello stadio milanese e pian piano scalano posizioni all'interno del gruppo.

Bellocco e Beretta in campo prima della lite
Bellocco e Beretta in campo prima della lite

L'uccisione di Antonio Bellocco dopo la partita di calcetto

"Mi sono solo difeso da Bellocco, avevamo discusso dopo la partita di calcetto", è stata la versione dei fatti del 49enne, colpito alla schiena da un proiettile. Per chi indaga, però, dietro l'omicidio del rampollo di mafia Antonio Bellocco potrebbero esserci dietro questioni ben più grosse. Più probabilmente un regolamento di conti per il potere all'interno della curva, dove Beretta non poteva avere più accesso da tempo, finalizzato alla gestione di affari loschi come la gestione dei parcheggi, le scommesse sportive o il traffico di droga.

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