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Chi è Alessia Pifferi, la mamma condannata all’ergastolo per l’omicidio di Diana morta di stenti a 18 mesi

Alessia Pifferi, la 38enne è stata condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. Al compagno aveva detto di averla lasciata alla sorella.
A cura di Redazione Milano
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Alessia Pifferi è la mamma di Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi abbandonata in casa per sei giorni e morta di stenti a Milano a luglio 2022. La 38enne è stata condannata all'ergastolo per omicidio volontario aggravato.

All'epoca dell'abbandono, era uscita di casa per andare a trovare il compagno, che viveva a Leffe, in provincia di Bergamo. E per una settimana, nonostante abbia fatto alcune puntate di ritorno a Milano, non è più passata a controllare la figlia di 18 mesi, lasciata sola dentro l'appartamento.

Fino a giovedì 21 luglio 2022, quando ha ritrovato cadavere la piccola Diana. Si trovava in un lettino da campeggio, con al suo fianco il biberon. Il frigorifero completamente vuoto, le stanze in disordine. Diana è rimasta sola per sei giorni, ed è morta di stenti. La madre, 38 anni, è stata così arrestata.

Durante l'interrogatorio davanti ai giudici della Corte d'Assise, Pifferi ha raccontato di aver pensato che quel biberon bastasse fino al suo rientro. Ha inoltre affermato che il 14 luglio, giorno in cui è andata via da casa per raggiungere il compagno, la bimba stava bene "perché la toccai. si mosse. Ero molto legata a Diana, veniva anche in bagno con me".

Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo per la morte della figlia

Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo per omicidio volontario aggravato. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d'Assise di Milano. I giudici hanno escluso l'aggravante della premeditazione. Al termine dell'udienza l'avvocata Alessia Pontenani, che difende la 38enne, ha spiegato che presenterà ricorso in Appello.

Subito dopo la lettura del dispositivo, Pifferi – stando a quanto ha raccontato la legale – ha avuto un malore. Ne avrebbe avuto un altro in carcere. L'avvocata, invece, ha ricevuto insulti e minacce. Le due si sono incontrate nell'istituto penitenziario: Pontenani infatti ha voluto verificare di persona le condizioni della sua cliente. Quest'ultima ha affermato di "volersi spegnere e raggiungere la piccola Diana".

Cosa ha detto Alessia Pifferi in tribunale

Durante l'udienza in tribunale a Milano, che si è svolta il 19 settembre 2023, la 37enne ha raccontato che le manca la figlia. Ha poi ripercorso quanto accaduto nella settimana in cui è morta la figlia. Ha ribadito, come già fatto in un precedente interrogatorio, che non era la prima volta che lasciava la bimba da sola. Quel 14 luglio 2022 aveva deciso di abbandonarla per raggiungere il compagno a Bergamo. Le avrebbe lasciato solo un biberon perché convinta che potesse bastare.

Gran parte dell'interrogatorio ruota attorno alla figura dell'ex fidanzato. La donna, che ha spiegato di aver saputo da poco di avere un problema cognitivo, ha più volte precisato di aver avuto paura del compagno: "Volevo tornare dalla bambina ma avevo paura della reazione del mio compagno, lui diceva che non era il mio tassista".

Ha poi raccontato di essersi prostituita per poter "regalare un giro in limousine al mio compagno". Inoltre ha spiegato di averlo fatto per tre volte proprio mentre Diana era in camera nel lettino "ma la porta era chiusa". Ha poi precisato di non aver mai dato tranquillanti alla figlia: "Quello che so per certo è che io non ho mai dato gocce o tranquillanti a mia figlia".

In una delle ultime udienze, invece, ha reso una dichiarazione spontanea. Ha infatti ripercorso la sua infanzia e parlato del rapporto con la madre e la sorella. Ha poi affermato di non essere un'assassina e di non aver mai voluto uccidere la figlia.

Chi è Alessia Pifferi, la mamma che ha lasciato morire la figlia Diana di stenti

Alessia Pifferi viveva con la piccola Diana in zona Ponte Lambro. Fino a qualche anno fa, condivideva l'appartamento con la madre che poi si è trasferita a Crotone; a Milano, invece, vive ancora la sorella della 38enne.

Ma è dopo la nascita della piccola che, pare, la donna fosse cambiata molto. Una data spartiacque, quella del gennaio 2021: Alessia avrebbe iniziato a curarsi di più, a spendere, ad essere più attenta al modo di vestire, anche per fare una semplice commissione nel quartiere.

Chi è il compagno di Alessia Pifferi

Un modo di vivere anche un amore appena sbocciato, quello con un uomo della provincia di Bergamo. Una nuova storia che rischiava di essere appesantita e fermata dalla gestione della piccola. Il sogno di ricominciare, dopo un matrimonio completamente naufragato, che è stato più forte della realtà.

Agli inquirenti l'uomo ha raccontato che, durante la gravidanza di Alessia Pifferi, i due si frequentavano già. L'uomo però non sapeva che fosse incinta, nonostante le ripetute domande. Sì, perché durante la convivenza aveva notato che la 38enne non aveva il ciclo, e che la sua pancia cresceva sempre più: "Ma mi aveva giurato di non essere incinta".

Cosa ha rivelato la perizia psichiatrica su Alessia Pifferi

Durante il processo, la difesa di Pifferi ha sostenuto che la donna soffra di un disturbo cognitivo. A sostegno di questa tesi, ci sono i test svolti dai consulenti di parte e quelli delle psicologhe del carcere. Queste ultime, insieme ad altre due colleghe, sono al centro di un'indagine parallela della Procura per falso e favoreggiamento proprio per gli esami somministrati alla donna. Quest'ultimo capo di imputazione è contestato anche alla legale.

Per sciogliere ogni dubbio sullo status psichico di Pifferi, la Corte d'Assise ha disposto una perizia psichiatrica super partes che è stata eseguita dallo psicologo forense Elvezio Pirfo. Dai test è emerso che la 38enne fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti e le è stata riconosciuta l'alessitimia, cioè uno status di analfabetismo emotivo. Dopo quanto rivelato, la difesa ha trovato alcuni documenti scolastici che attesterebbero un deficit cognitivo della donna: avrebbe anche potuto chiedere il riconoscimento della legge 104.

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