video suggerito
video suggerito
Omicidio di Giulia Tramontano

Chi è Alessandro Impagnatiello, il barman che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello, barman fidanzato con Giulia Tramontano, ha confessato l’omicidio della 29enne al settimo mese di gravidanza. Il 30enne di Senago aveva denunciato la scomparsa della compagna, poi ha ammesso di averla uccisa a coltellate e di averne occultato il cadavere. Secondo quanto emerso dall’autopsia, avrebbe provato ad avvelenarla con un topicida già diversi mesi prima.
A cura di Francesca Del Boca
10.388 CONDIVISIONI
Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Alessandro Impagnatiello è stato arrestato nella notte tra il 31 maggio e l'1 giugno per l'omicidio della sua fidanzata, Giulia Tramontano. Era stato proprio lui a denunciare la scomparsa della 29enne, al settimo mese di gravidanza, recandosi alla caserma dei Carabinieri di Senago (Milano) nel tardo pomeriggio di domenica 28 maggio. "Sono uscito di casa mentre Giulia dormiva", aveva raccontato ai militari. "Al mio ritorno, non l'ho più ritrovata. Si è allontanata con i documenti". Giulia, in realtà, era già morta da ore: dalla serata di sabato 27 maggio. L'autopsia eseguita sul corpo della 29enne ha evidenziato tracce di topicida nel sangue, nei capelli e nei tessuti della ragazza, oltre che nel piccolo Thiago che portava in grembo. Elemento che potrebbe decisivo nella contestazione da parte dei pm dell'aggravante della premeditazione.

Alessandro, mentre fingeva di cercare la fidanzata scomparsa, ha vissuto con il corpo di Giulia in casa e in auto per giorni. Dopo averlo tenuto nascosto in un box e aver provato a bruciarlo prima con dell'alcol e poi con della benzina, martedì 30 maggio l'ha trasferito nel baule della macchina. Lì è rimasto fino alla notte di mercoledì 31 maggio, quando poi l'ha gettato nel luogo in cui è stato ritrovato, in una zona abbandonata di Senago. In quei due giorni ha guidato, portando con sé il cadavere.

Un castello di bugie crollato quando ha capito che i Ris stavano raccogliendo nella casa che condivideva con Tramontano in via Novella elementi che lo avrebbero incastrato. Il 30enne è accusato ora di omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale della gravidanza e occultamento di cadavere. Il gip, nel convalidare il fermo, ha però escluso le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, nonostante le accuse della Procura. La stessa Procura che lo definisce "narciso e manipolatore".

Chi è Alessandro Impagnatiello

Il giovane uomo, classe 1993, è nato a Sesto San Giovanni, ma è cresciuto a Senago. Da tempo fa il barman in locali di lusso a Milano come l'Armani/Bamboo Bar, vista mozzafiato al settimo piano dell'omonimo hotel in Montenapoleone. Ha già un figlio di 8 anni nato da una precedente relazione. Poco dopo la separazione dall'ex compagna, con cui sarebbe rimasto in buoni rapporti, il 30enne avrebbe iniziato a convivere con Giulia Tramontano, agente immobiliare di origini napoletane, nell'appartamento di via Novella a Senago, e a costruire con lei una nuova famiglia. Il piccolo Thiago, figlio della coppia, sarebbe nato in piena estate.

Giulia Tramontano
Giulia Tramontano

Il tradimento e la scoperta dell'amante

Una vita brillante, felice, normale. È solo la superficie: in realtà il barman 30enne di vite ne ha due. Quella con Tramontano, la compagna ufficiale, e quella con una collega 23enne italo-inglese. Due relazioni parallele tenute insieme da menzogne, sotterfugi, inganni continui. Fino alla resa dei conti di sabato 27 maggio: la collega di lavoro, alla quale Impagnatiello ha giurato di aver lasciato la fidanzata (e addirittura che il figlio che porta in grembo non sarebbe suo), chiama Tramontano e le chiede un incontro. Le due si confidano, scoprono di essere entrambe vittime delle bugie dell'uomo e solidarizzano. La 29enne, che già aveva dei forti sospetti, si dichiara intenzionata a lasciare una volta per tutte Impagnatiello.

"Non sono felice con te, basta. Rispetta la mia decisione", aveva del resto già scritto Tramontano pochi giorni prima dell'omicidio al fidanzato, mentre gli chiedeva conto di un rossetto trovato tra i sedili della macchina. "Discussioni, frustrazioni, rabbia continua. Non voglio più stare al fianco della persona sbagliata".

Le ricerche della fidanzata in giro per il paese e i messaggi

Tramontano, dopo l'incontro con l'altra donna, torna a casa a Senago. La collega di Impagnatiello le chiede se vuole fermarsi a dormire da lei, ma ringrazia e rifiuta. Lo stesso farà la madre dello stesso Impagnatiello, mentre la accompagna nell'appartamento dove poi verrà uccisa. Tramontano è determinata, arrabbiata, vuole abbandonare per sempre il fidanzato. Poi, nella notte, sparisce nel nulla. La domenica trascorre nell'apprensione dei genitori e delle amiche che la cercano. Nei giorni successivi, la famiglia parte da Sant'Antimo (Napoli) in direzione Milano, per battere a tappeto la zona. Il caso finisce in onda su Chi L'Ha Visto, la trasmissione tv dedicata agli scomparsi, numerosi sono gli appelli per ritrovare la giovane scomparsa. 

Impagnatiello finge di unirsi alle ricerche, di dare un contributo. Gira per il paese a chiedere informazioni, cerca di mostrarsi preoccupato. "Ha chiesto al titolare se poteva fargli il favore di vedere i filmati, se per caso era passata la sua fidanzata", ha spiegato un dipendente di un bar a Fanpage.it. Il 30enne viene ricordato però per la sua freddezza: "Era un po' troppo distaccato, come se chiedesse informazioni però non si aspettasse risposte".

La recita del fidanzato apprensivo continua. Nei giorni in cui tutti cercano Tramontano, lui le manda più messaggi. È un ennesimo tentativo di depistare le ricerche. "Baby, dove sei?", le chiede via chat. "Ci stiamo preoccupando tutti. Dicci solo che sei fuggita in un paese lontano per buttare giù tutto". Giulia, in realtà, è morta da giorni, chiusa dentro il box di casa.

Video thumbnail

Il fidanzato ha ucciso Giulia Tramontano a coltellate: la confessione

La spirale di bugie cresce ogni giorno che passa. Fino a esplodere nella notte tra mercoledì 31 maggio e giovedì 1 giugno. In queste ore notturne, Impagnatiello confessa agli inquirenti di aver ucciso a coltellate la compagna Giulia Tramontano. Racconta di averla colpita con un coltello per tre volte, al termine di un litigio, e di aver provato a incendiare il cadavere per cancellare ogni prova. Dall'autopsia, invece, emergerà che Impagnatiello aveva colpito la fidanzata 37 volte. Racconta di aver poi trasportato il corpo nel bagagliaio della sua auto, dove gli inquirenti troveranno tracce di materiale organico. "Sono stato io", crolla davanti ai Carabinieri.

Immagine

I sospetti dell'altra donna di Impagnatiello

Ma non solo la confessione. Sarebbe stata proprio la 23enne italo-inglese con cui aveva una relazione a fornire ulteriori elementi utili per incastrare Alessandro Impagnatiello. Dopo l'incontro con Tramontano, nella serata di sabato 27 maggio, le due ragazze avevano continuano a scriversi messaggi. Ma, a un certo punto della conversazione, c'è qualcosa di strano nelle risposte della 29enne, un tono aggressivo che fino a poco prima non era mai apparso. Quei testi, secondo quanto ricostruito dalla Procura, li sta scrivendo Imapgnatiello. Lo chiama, e chiede di parlare con la ragazza. Lui inventa delle scuse: Giulia non c'è. Prima dice che è dagli amici, poi che sta dormendo. Ancora bugie su bugie. 

L'uomo, dopo la telefonata, si presenta sotto casa della giovane in piena notte: ha appena ucciso la sua fidanzata. Vuole parlare con l'altra, continua a sostenere che il figlio che Tramontano porta in grembo non è suo ("Thiago non è mio figlio"). La collega, terrorizzata, non lo fa entrare. E forse, così, si salva la vita. "Avevo paura di lui, non sapevo di cosa fosse capace. E non sapevo che fine avesse fatto Giulia". Il giorno dopo, al lavoro, nota degli inquietanti guanti di lattice sbucare dallo zaino del giovane.

Video thumbnail

Perché Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano: "Ero stressato"

"Ero stressato da quella situazione", confesserà Impagnatiello, quando gli faranno la domanda più semplice: "Perché l'hai fatto?". "Non ero stressato solo per la gestione delle due ragazze, ma anche perché sul lavoro si era venuto a sapere. Non avevo un motivo in particolare". Forse. Ma l'accusa di aver premeditato in realtà tutto da tempo, man mano che proseguono le indagini, si fa sempre più concreta.

Impagnatiello avvelenava Tramontano già da dicembre

La relazione finale dell'autopsia eseguita sul corpo di Tramontano è stata resa nota a fine agosto. Dagli esami è emerso che nel sangue, nei capelli e nei tessuti della 29enne erano presente tracce di bromadiolone, un potente veleno per topi, così come anche nel piccolo Thiago. Inoltre, nelle analisi delle cronologie online di Impagnatiello sono state trovate ricerche del tipo: "Come avvelenare una donna incinta" e "come avvelenare un feto".

Risulta ancora complesso, e forse non sarà mai possibile, stabilire quanto spesso e in che quantità Tramontano ha ingerito involontariamente quella sostanza, ma questo elemento potrebbe comunque svolgere un ruolo fondamentale nella contestazione dell'aggravante della premeditazione.

Infine, l'autopsia ha confermato anche che nonostante le coltellate, Tramontano era ancora viva. La 29enne, infatti, è deceduta a causa del dissanguamento provocato dai 37 colpi inferti da Impagnatiello.

10.388 CONDIVISIONI
288 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views