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Cgil, Cisl e Uil denunciano: “In Lombardia troppe morti sul lavoro, è una strage inaccettabile”

È una “strage inaccettabile, mai frutto della casualità”. Commentano così Cgil, Cisl e Uil le morti sul lavoro in Lombardia e in Italia. In regione sono già 4 i decessi sul lavoro da inizio dicembre.
A cura di Filippo M. Capra
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L'ultimo, in ordine cronologico, è di ieri. Un operaio di 55 anni è morto sul lavoro schiacciato da una lastra di cemento a Torre d'Isola, in provincia di Pavia, all'interno del cantiere in cui era impegnato. La tragedia rappresenta il quarto infortunio mortale sul lavoro da inizio dicembre in Lombardia. Da inizio anno a ottobre sono stati invece 140. Un trend che Cgil, Cisl e Uil definiscono "preoccupante".

Cgil, Cisl e Uil: Servono interventi urgenti

In una nota congiunta i tre principali sindacati italiani hanno denunciato la situazione di lavoro degli operai lombardi, invocando "interventi urgenti per fermare questa strage quotidiana sui luoghi di lavoro". Nella regione lombarda i numeri non paiono diminuire nemmeno sul fronte degli infortuni che hanno già superato quota 82.000 nel 2021. Nella fattispecie, spiegano i sindacati, nel settore edilizio è stato registrato "un aumento del 20 per cento, ben 3.770 in più rispetto allo stesso periodo del 2020". Tali dati sono stati definiti "allarmanti" da Cgil, Cisl e Uil, che, guardando al resto d'Italia, ammontano a circa 450.000 infortuni complessivi, 1.017 dei quali mortali. Il trend fa segnare un aumento del 16 per cento sull'anno scorso.

I sindacati: Strage inaccettabile mai frutto della casualità

È una "strage inaccettabile, mai frutto della casualità, che impone risposte immediate dalle istituzioni ad ogni livello e assunzione di responsabilità da parte dei datori di lavoro", aggiungono i sindacati che ricordano come "la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori vengono prima di tutto". I sindacati hanno infine ribadito che i ritmi di lavoro eccessivi non sono accettabili e che non si può "in assenza di formazione e senza che siano preventivamente attuate le misure di prevenzione da chi ha la responsabilità dell'attività stessa".

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