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Cercano un rivale che non trovano e si sfogano su padre e figlio a cui spaccano la testa con un mattarello

Non hanno trovato il rivale che cercavano e si sono sfogati su padre e figlio, incontrati per caso. Al più giovane, hanno spaccato la testa con un mattarello.
A cura di Filippo M. Capra
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Immagine di repertorio
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Tre ragazzi di 19 e 20 anni sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Gallarate perché accusati di aver pestato a sangue con calci, pugni e martellate, padre e figlio. I fatti risalgono allo scorso 13 maggio quando, a Somma Lombardo, in provincia di Varese, i tre pare stessero cercando un rivale con cui regolare qualche conto in sospeso. Non trovandolo, si sono accaniti sui due uomini, incontrati per caso.

Non trovano il rivale che cercano e si sfogano su padre e figlio

Secondo quanto comunicato dall'Arma, i tre ragazzi, un italiano, un albanese e un brasiliano, sono stati denunciati per danneggiamento, minaccia, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere. Nella ricostruzione operata dai carabinieri, gli investigatori sono riusciti ad appurare che i tre arrestati quel giorno stessero cercando un ragazzo con cui qualche ora prima avevano litigato. La discussione era andata in scena in una discoteca della zona. Dopo aver girato per qualche ora per Somma Lombardo senza trovare il rivale, i tre hanno scatenato la loro furia su padre e figlio, incontrati per strada. Le due vittime sono state colpite ripetutamente con calci, pugni e un mattarello che i tre si erano portati dietro. Poi, li hanno lasciati doloranti a terra prima di allontanarsi.

Il giovane ricoverato con una frattura cranica

Padre e figlio sono stati portati all'ospedale di Gallarate da quale sono stati dimessi il primo con una prognosi di dieci giorni e il secondo con una prognosi di cinquanta giorni a seguito di una frattura cranica. Le indagini dei carabinieri sono scattate subito dopo la denuncia sporta dagli aggrediti. Coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, l'inchiesta si è sviluppata in breve tempo. I militari hanno raccolto le testimonianze delle vittime e visionato le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza riuscendo ad identificare i tre che sono poi stati arrestati.

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