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Arresti tra ultras di Milan e Inter

“C’era anche Fedez sul luogo del pestaggio a Iovino”: le indagini sugli ultras di Milan e Inter incastrano il rapper

Nell’ambito delle indagini che hanno portato agli arresti degli ultras di Milan e Inter, sono emersi dettagli sul coinvolgimento di Fedez nell’aggressione a Iovino: il telefono del rapper ha agganciato le celle del luogo in cui è avvenuto il pestaggio.
A cura di Giorgia Venturini
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L'inchiesta della Procura che ha portato all'arresto di capi ultrà di Milan e Inter ha svelato anche i particolari del pestaggio a  personal trainer Cristiano Iovino dello scorso 22 aprile a Milano. Chi sia l'autore di quanto accaduto è ufficialmente a "opera di ignoti" – come tiene a precisare la Procura – contando inoltre che sul tavolo degli inquirenti non c'è nessuna querela presentata dalla vittima, fondamentale per procedere in questo caso con un procedimento penale per lesioni. Di certo però c'è un accordo per un risarcimento economico tra Fedez (non è indagato) e Iovino. Ma cosa c'entra Fedez nel pestaggio? Chi c'era all'interno del suv che si è fermato davanti alla casa del personal trainer Iovino?

Cosa hanno scoperto gli inquirenti sul pestaggio a Cristiano Iovino

Gli inquirenti hanno intercettato una conversazione il 23 aprile tra Andrea Beretta, tra gli indagati dell'operazione di stamattina e già in carcere con l'accusa di aver ucciso Antonio Bellocco, e un uomo ai vertici della tifoseria ultras lazionale. I due parlano di un'aggressione: gli investigatori ci mettono pochi secondi per capire che si trattava di quella ai danni di Iovino. Si scopre anche che tra le persone coinvolte "nei medesimi fatti per i quali era stato richiesto l'intervento di Beretta vi era qualcuno del direttivo della Curva Sud". Fondamentale è stato l'incontro all'interno di un bar a Cologno Monzese il giorno dopo l'aggressione, tra cui prese parte anche Luca Lucci, capo ultrà del Milan e in affari con Fedez. Durante la conversazione è stato fatto riferimento che sia Fedez che il suo bodyguard, nonché anche lui tifoso rossonero, Cristian Rosiello erano coinvolti.

Gli inquirenti ricostruiscono quanto accaduto: tutto inizia all'interno della discoteca "The Club" a Milano dove le telecamere di video sorveglianza hanno immortalato l'arrivo di Fedez e del suo bodyguard Cristin Rosiello e di altre persone. Pochi minuti dopo è scoppiata la rissa con Cristiano Iovino, anche lui presente neI locale. Rosiello sarebbe stato il primo – come spiegano gli atti della Procura – a essere prelevato dai buttafuori del locale che poi hanno provveduto ad allontanare dal locale Iovino e Fedez.

Le indagini che incastrano Fedez sul luogo dell'aggressione

Gli inquirenti dopo l'aggressione hanno messo sotto analisi il traffico telefonico dell'utenza in uso a Fedez. Ecco quello che ha svelato la Procura: "Ebbene, in questa sede si può affermare che, in base ai dati emersi, nell'arco temporale della consumazione del fatto in danno di Iovino, il telefono dell'artista si è localizzato dapprima sotto la copertura di celle di questa Corso Garibaldi, dando così elemento di prova della sua presenza all'interno della discoteca "The Club" e, successivamente, sotto la copertura delle celle di Via Ulpio Traiano, (cella Via Traiano 13) acquisendo così elemento di prova della presenza nel luogo della seconda aggressione".

E ancora al centro degli inquirenti ci sono le chiamate fatte tra Fedez e Iovino pochi minuti prima dell'aggressione in Via Ulpio Traiano, nel dettaglio tre le 02:54 e le 03:21. I dubbi sorgono nell'ultima chiamata, "intercorsa per l'appunto alle 03:21, i due cellulari (di Fedez e di Iovino) agganciano esattamente la stessa cella di Via Traiano 13".

La ricostruzione della Procura sul pestaggio

Poco dopo le 3 di notte Iovino è entrato nel cancello della sua palazzina in via Traiano a Milano "per uscirne dopo pochi minuti, rimanendo nei pressi dell'ingresso in attesa di qualcuno che, poco dopo, è effettivamente sopraggiunto a bordo di un Mercedes Van Vito di colore nero, dal quale sono scesi diversi individui", spiegano gli inquirenti. Subito è scattata l'aggressione. La vittima ha cercato riparo nella sua abitazione.

Gli aggressori avrebbero minacciato il personale addetto alla vigilanza del palazzo chiedendo il loro silenzio e cercando di prendere il loro telefono per evitare che chiamassero le forze dell'ordine. "Tanto vi abbiamo visto bene sappiamo chi siete e dove venire a trovarvi", questa la minaccia. Intanto altre minacce erano state rivolte verso Iovino: "Chiedi scusa, devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa".

Perché il bodyguard di Fedez potrebbe essere coinvolto nell'aggressione

Ma c'è di più, ci sarebbero anche altri segnali che dimostrano un coinvolgimento del bodyguard di Fedez nel pestaggio. A testimonianza del coinvolgimento di Cristian Rosiello nell'aggressione sarebbe il fatto che il 16 maggio Rosiello avrebbe fatto la bonifica della sua auto e si sarebbe messo in "aspettativa". In una conversazione intercettata dagli inquirenti si sente il bodyguard di Fedez dire: "Diciamo mi sono staccato un attimino, prendo il mio tempo e i miei spazi, il mio momento, visto quello che è successo …No, non è stata una mia decisione. Nel senso: è stata una mia decisione, ma messi d'accordo perché è inutile tanto…in questo momento qualsiasi cosa… qualsiasi cosa fai ti attaccano per qualsiasi cazzata ".

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