Centro culturale o moschea abusiva? Cosa sappiamo sul nuovo progetto urbano nel quartiere di San Siro a Milano
Con l'inizio del nuovo anno, il 13 gennaio, è stato avviato un nuovo progetto urbano all'incrocio tra via Capecelatro e via Gianicolo, nel cuore del quartiere di San Siro della città di Milano. Il progetto, intrapreso dalla Fondazione La Misericordia, sarebbe volto alla costruzione di un nuovo centro culturale, un luogo di integrazione per le diverse culture che convivono nel quartiere.
I lavori di ristrutturazione dell’immobile, un’ex-autorimessa dismessa da un paio d’anni acquistata dalla Fondazione per la realizzazione del centro culturale, sono iniziati il 13 gennaio. Tre giorni dopo l'avvio dei lavori, il 16 gennaio, è stata lanciata una petizione per chiedere lo stop dei lavori. A volerla è stato il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico.
La petizione lanciata dal consigliere di Forza Italia
Il motivo alla base della petizione sarebbe "la poca trasparenza su cui poggia il progetto" ha spiegato il consigliere a Fanpage.it. Per De Chirico, infatti, la vera finalità del progetto sarebbe quello di realizzare una moschea abusiva.
"Centro culturale islamico significa moschea. Questo lo abbiamo già visto con le dodici moschee abusive che ci sono a Milano. L’iter è sempre lo stesso: presentare domanda come centro culturale, fregandosene della legge", ha raccontato ancora il Consigliere di Forza Italia a Fanpage.it. Dunque, per Alessandro De Chirico quella a cui si sta lavorando a San Siro, sarebbe una moschea costruita in contrasto alle norme urbanistiche vigenti che violerebbe la cosiddetta legge regionale “anti-moschee” che ha posto rigidi criteri per l’edificazione di nuovi luoghi di culto.
È necessario precisare che anche ammesso che il vero intento del progetto fosse quello di costruire una moschea, questo non costituirebbe la violazione di tale legge. Lo stesso De Chirico ha affermato che la disposizione "fissa a 200 metri la distanza minima di edificazione tra un luogo di culto e un altro. Dunque in questo caso l'edificio religioso più vicino sarebbe una chiesa a 700 metri di distanza". Il problema per l'esponente è che "manca il numero congruo di parcheggi, non c’è un parcheggio sotterraneo nella zona. In più, non c’è trasparenza sui fondi raccolti: sulla pagina Facebook della Fondazione c’era un post in cui si chiedeva di donare per la realizzazione di una moschea entro l’apertura del Ramadan. Ora il post è stato cancellato e dicono di voler costruire un centro culturale. Non è trasparente".
"Infine, credo manchi la tutela di chi abita qua intorno perché il capannone si trova in mezzo ai cortili dei palazzi. C’è una questione di sicurezza, servono vie di fughe adeguate e nel progetto mancano. Questo provocherebbe un danno ai milanesi perbene che vogliono vivere in strade sicure", ha concluso il consigliere di Forza Italia.
Il Comune: "Nulla lascia pensare che vogliono costruire una moschea"
Ma quindi cosa sorgerà nell'ex autorimessa? L'assessorato alla Rigenerazione Urbana ha precisato a Fanpage.it che a oggi "i luoghi di culto in città sono mappati rigorosamente e per costruirne uno nuovo servono delle autorizzazioni e delle procedure specifiche, cosa che fino a questo momento la Fondazione non ha fatto. Dunque non c'è stato nulla di illegale sino a ora e nulla lascia pensare al Comune che vogliano costruire una moschea".
Il Presidente della Fondazione La Misericordia: "La finalità del progetto è sociale"
A riguardo, il Presidente della Fondazione La Misericordia, Rida Munaim, ha spiegato a Fanpage.it che "la finalità del progetto non è religiosa bensì sociale. Milano è già piena di luoghi di culto, quello che serve ora è un progetto sociale, per i giovani, per ridurre la criminalità e promuovere integrazione sul territorio".
In merito alla discussione riguardo ai lavori – che secondo De Chirico sarebbero stati interrotti in seguito al suo intervento – il Presidente della Fondazione ha sottolineato: "Il Comune ha voluto un controllo su alcuni documenti. Ci hanno chiesto di presentare la CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) che però era pronta. Abbiamo tutti i documenti necessari. Nonostante questo abbiamo deciso di sospendere per un giorno i lavori perché avevamo paura di una manifestazione contro di noi. Non abbiamo, infatti, fretta di concludere i lavori come qualcuno ha sostenuto in vista del Ramadan, la loro fine è invece prevista per il 31 dicembre 2025″.
Sul valore positivo del progetto si esprime anche Mahmoud Asfa, Presidente della Casa della Cultura Musulmana di via Padova che insiste sull'importanza del progetto. Questo perché "a oggi a San Siro manca un centro culturale che porti avanti questi valori, un luogo dove poter dialogare e orientare dei ragazzi senza punti di riferimento. San Siro è un quartiere che è stato abbandonato per molti anni, è stato fatto pochissimo", ha raccontato a Fanpage.it. "Ci sono moltissimi cittadini di cultura musulmana e non ci sono spazi che li aiutino nell’integrazione, che propongano momenti di incontro, di inclusione e di dialogo. Per questo un progetto così farebbero davvero molto bene al quartiere e all'intera città".