Centrali idroelettriche ferme per la siccità in Lombardia, A2A: “Troppa poca acqua nel Po”
Prima i campi agricoli, poi i rubinetti delle case da cui scende solo un filo d'acqua. Adesso anche il settore termoelettrico. Si fa sentire anche sulla produzione di energia il problema della siccità in Lombardia: stop alla centrale di Sermide, al confine con il Veneto, e parte di quella di Ostiglia, sul Po mantovano. La causa? "Anche la centrale termoelettrica di Sermide risulta esposta alla problematica della magra del fiume Po. Senza acqua, non funzionano le pompe di processo per la condensazione del vapore necessario alla produzione di energia elettrica", dicono a Fanpage.it da A2A, la società di energia elettrica, luce e gas che gestisce la centrale adesso ferma di Sermide. "Il livello del Po è troppo basso, non siamo più in grado di pescare l'acqua necessaria. Per poter riprendere l'attività, il livello del fiume dovrà salire almeno sopra i cinque metri". Dalla mezzanotte del 15 giugno è a quota 4,9 metri. Non dovrebbero comunque esserci ripercussioni sulla fornitura nei dintorni, dal momento che la rete elettrica è interconnessa; resta comunque un primo segnale di allarme, che rischia di inaugurare un domino di altre chiusure.
Razionamento delle risorse
Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha annunciato ieri che chiederà lo stato di emergenza. Intanto, in 25 comuni della Lombardia (tutti nella Bergamasca), alcune società del servizio idrico hanno infatti chiesto alle amministrazioni locali di razionare l’acqua potabile. E in decine di paesi lombardi sono già in azione le autobotti per rifornire la popolazione. In Valtellina e in provincia di Varese sono arrivate invece delle vere e proprie ordinanze comunali: i sindaci di questi piccoli centri hanno espressamente vietato l'uso dell'acqua potabile per l'irrigazione di orti, giardini, lavaggi di automobili e il riempimento delle piscine dalle sei di mattina a mezzanotte.