Cena a base di uccellini protetti nel ristorante: arrivano i carabinieri
Ha ignorato i divieti di legge proponendo ai clienti del suo ristorante delle pietanze a base di uccelli protetti. Per questo motivo al titolare di un locale di Serle, in provincia di Brescia, che senza licenza di caccia non ha saputo giustificare la provenienza della selvaggina, è stato deferito all’Autorità giudiziaria per i reati di ricettazione, "commercializzazione di avifauna" e "detenzione di avifauna protetta e particolarmente protetta". Gli saranno contestate anche le violazioni amministrative per la non tracciabilità degli alimenti. Le sanzioni in questo caso vanno dai 750 ai 4.500 euro.
L'operazione dei carabinieri della forestale
I carabinieri forestali di Gavardo e del reparto operativo "Soarda", impegnati nella campagna di controlli anti-bracconaggio denominata “Pettirosso”, prima che arrivassero i clienti hanno sorpreso il titolare in cucina con alcuni esemplari di tordo che stavano cuocendo. Da qui i sospetti che non fossero gli unici esemplari protetti in possesso del titolare del ristorante. Estendendo infatti poi il controllo a tutto il locale, i militari hanno trovato e sequestrati altri 222 esemplari, tra cui figurano: tordi, fringuelli, pettirossi e balie nere. Tutti gli esemplari erano spiumati e messi in piccoli vassoi di alluminio all’interno di due congelatori. La pratica è ormai da anni vietata su tutto il territorio nazionale e regionale, e riguarda tutti gli esemplari di avifauna selvatica, anche relativamente alle specie cacciabili, fatta eccezione per il fagiano, il colombaccio, il germano reale, la starna e la pernice rossa e di Sardegna.