C’è una strada a Milano dove una volta al mese qualcuno suona dal balcone: “Serve a contrastare il degrado”
In via Arquà a Milano – una strada conosciuta soprattutto per i tentativi di rapina, lo spaccio di sostanze stupefacenti e le continue risse – c’è un gruppo di volontari che ha deciso di fare qualcosa di concreto per rivalutare la zona. Poco più di un anno fa è nata l’associazione Bellarqua, il cui obiettivo non è solo il contrasto al degrado sociale ma anche l’inclusione.
Il linguaggio universale dell’inclusione è la musica, per questo, una volta a settimana, l’associazione ha creato un evento Musica dalla finestra durante la quale gli artisti si esibiscono dal vivo. Un momento di condivisione per tutti i residenti di via Arquà, condito da un banchetto allestito dai volontari che permette la socializzazione tra persone di ogni nazionalità.
Anna Giorgi, la presidente dell'associazione Bellarqua, con un direttivo di dieci persone, e Martina (nome d'arte Skùmaskot), artista protagonista delle serate musicali, hanno raccontato a Fanpage.it la nascita e lo sviluppo dell'iniziativa.
Come è nata l'idea e in che cosa consiste l'evento Musica dalla finestra?
L'iniziativa Musica dalla finestra è nata con l'intento di contrastare il degrado presente nella nostra strada. Tuttavia, combattere il degrado non significa soltanto presentare esposti alle forze dell'ordine. Il nostro obiettivo era offrire un segnale tangibile, simbolo di bellezza, che potesse migliorare il benessere degli abitanti di via Arquà.
Perché avete scelto la musica come mezzo per raggiungere l’inclusione sociale?
Considerando che questa è una delle zone più multietniche di via Padova, abbiamo riflettuto su quale elemento potesse favorire la coesione sociale. La musica ci è sembrata il linguaggio ideale perché non è necessario padroneggiare la lingua italiana per poterne apprezzare il valore.
Da chi nasce l’iniziativa?
L'idea è nata da Martina, una residente della zona e pianista specializzata in musica classica e non solo. Abbiamo provato con un primo esperimento, Martina ha aperto la finestra di casa sua e, grazie a un amplificatore, ha tenuto un concerto di circa un'ora. L'iniziativa ha riscosso un buon successo e abbiamo quindi deciso di replicarla ogni settimana precisamente il martedì.
Qual è la vittoria più grande che credete di aver raggiunto?
È stato straordinario osservare come sempre più persone abbiano scelto di partecipare, anche solo affacciandosi alla finestra. Siamo consapevoli che alcune donne, per questioni familiari o culturali, non riescono a partecipare attivamente poiché i loro mariti non permettono loro di socializzare con noi. Tuttavia, crediamo che possa rappresentare un inizio, un piccolo passo verso l'emancipazione, che in futuro potrebbe facilitare la loro integrazione.
La serata è dedicata esclusivamente alla musica?
No, non solo. Si tratta anche di un momento di convivialità. Allestiamo un piccolo banchetto, dove offriamo bibite, pasticcini, crostate e torte salate, invitando tutti a contribuire. La musica è il mezzo che ci consente di conoscerci e, al tempo stesso, di creare un ambiente che per qualche ora ostacola la microcriminalità.
Martina in arte Skùmaskot è stata una delle ideatrici dell’iniziativa, avvocato di professione e pianista per diletto, ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza e il suo approccio all’evento Musica dalla finestra.
Martina, tu sei una delle fautrici dell’evento “Musica dalla finestra” raccontaci come è nata l’idea e qual è l’obiettivo che perseguite?
Come ogni idea che si rispetti nasce in un momento di svago, durante una cena a casa di amici in via Clitumno. Proprio da uno di loro, residente in via Arquà, mi ha stato segnalato che i membri dell’associazione (Bellarqua) stavano cercando un pianista che potesse suonare a un evento musicale. Mi sono proposta subito, ho fornito alcune idee sul tipo di musica che dal mio punto di vista avrebbe reso l’atmosfera confortate, giusta e soprattutto che fosse accessibile a tutti.
Abbiamo creato questo genere di serata perché l’obiettivo ultimo dell’associazione non è solo combattere il degrado di via Arquà ma è soprattutto quello di creare inclusione tra i residenti indipendentemente da qualsiasi differenza. Per ora sembra che stia funzionando abbastanza bene.