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Cavo d’acciaio teso in strada a Milano, il testimone: “Nessun altro ha voluto chiamare il 112”

Il racconto di Nicola Ricciardelli, il residente 26enne che per primo si è accorto del cavo d’acciaio teso tra le corsie di viale Toscana e ha immediatamente lanciato l’allarme. “Poteva essere una strage: il primo che passava sarebbe morto”
A cura di Francesca Del Boca
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È stato lui ad accorgersi dei tre giovani che, intorno alle 2.30 del 4 gennaio scorso, stavano tendendo un grosso filo d'acciaio da una parte all'altra di viale Toscana a Milano. Ed è sempre stato lui a chiamare immediatamente i Carabinieri, che in pochi minuti hanno sventato quella che poteva essere una trappola mortale per automobilisti, ciclisti e motociclisti.

"Il cavo era a circa un metro e mezzo da terra. Come una ghigliottina", racconta oggi a Fanpage.it Nicola Ricciardelli, che ha 26 anni e fa il consulente finanziario. Quella notte sta dormendo nel suo appartamento affacciato proprio sull'incrocio tra viale Toscana e via Ripamonti. "Ho sentito dei rumori in strada, forti suoni metallici. Affacciandomi alla finestra della camera da letto ho visto tre persone che stavano assicurando il cavo d'acciaio con il moschettone", spiega. "Ho urlato subito contro di loro: Che c… fate?, e sono scappati via. Stavo per scendere in strada quando ho visto che stava già sopraggiungendo una macchina".

La vettura corre ad almeno 80/100 km/h: è notte e il rettilineo della circonvallazione è deserto. "Prende in pieno il cavo e si ferma pochi metri dopo, praticamente sfasciata. Il conducente della macchina non è mai sceso dal veicolo, non so se sia ferito", prosegue. "Lì sono sbucati ancora fuori i tre. Mani in tasca, passo lento, tranquilli. Se la ridevano, commentavano l'urto: Che botta zio, hai visto?".

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Uno dei tre, grazie alla segnalazione di Nicola Ricciardelli, è stato subito fermato in viale Sabotino dai Carabinieri. Si chiama Alex Baiocco, ha 24 anni e qualche precedente alle spalle. "L'ho riconosciuto subito: capelli lunghissimi, pantaloni bordeaux, scarpe bianche… era vestito in maniera molto stravagante, rimaneva impresso nella memoria". Restano invece ancora latitanti gli altri due responsabili. "Ma sono sicuramente molto giovani anche loro, con accento milanese o comunque lombardo. Uno era rasato, l'altro forse con un cappuccio. Li ho visti di spalle".

Una trappola mortale, potenzialmente letale per decine di persone. "Il filo era messo ad altezza collo, circa un metro e mezzo dall'asfalto. Una vera e propria ghigliottina". Ma il 26enne è rimasto lucido fin dai primissimi momenti. "Mi sembrava una follia, una scena da film horror. Mi avrebbe colpito meno vedere una pistola puntata contro la testa di una persona. Poteva essere una strage: il primo che passa muore. Un ragazzino in motorino, un padre che torna dai figli…. Questa non può essere una bravata, come ha dichiarato il ragazzo arrestato. Non può essere un gioco".

Eroe? "Mi sembra esagerato. Per me è stato normale, era la cosa da fare in quel momento". Forse non per tutti. "Quando la macchina ha preso il cavo d'acciaio il botto è stato molto forte, in tanti hanno alzato la tapparella e si sono affacciati alla finestra. Ma nessuno ha chiamato le forze dell'ordine", conclude il 26enne. "Confido comunque nel fatto che chiunque, vedendo una scena simile, chiami sempre e subito i Carabinieri. La comunità dei cittadini può fare tantissimo, sul tema sicurezza in città".

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