Cavo d’acciaio teso in strada a Milano: Alex Baiocco va ai domiciliari, l’amico Michele Di Rosa torna libero
Alex Baiocco, 24 anni, condannato in abbreviato a tre anni per avere teso un cavo d'acciaio ad altezza uomo in viale Toscana a Milano nella notte dello scorso 4 gennaio, è uscito dal carcere e andrà agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gup di Milano Sonia Mancini, stabilendo anche la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per l'amico Michele di Rosa, 18 anni, che aveva patteggiato una pena a 2 anni e 6 mesi e che adesso quindi torna libero. "Sta facendo un percorso e ha trovato un lavoro come pasticcere, ha dimostrato di voler cambiare", le parole del suo legale.
Baiocco e Di Rosa erano stati arrestati con un terzo complice 17enne per il quale procede il Tribunale dei Minori, dopo aver messo a rischio l'incolumità di motociclisti, automobilisti e ciclisti di passaggio con un grosso filo d'acciaio tirato da un'estremità all'altra della strada.
La notte di follia di Alex Baiocco: "Ero triste e ubriaco"
"Era solo per divertirsi, un gioco e basta", aveva inizialmente spiegato ai carabinieri lo stesso Alex Baiocco, fermato in viale Sabotino dopo una breve fuga e arrestato prima con l'accusa di strage e attentato alla sicurezza dei trasporti in concorso e poi con quella di blocco stradale aggravato. "Prima ero a casa triste, con l'umore a terra. Ho pensato che uscire con gli amici fosse una buona idea, ci siamo ubriacati in giro e poi abbiamo trovato il cavo in un cantiere", sempre il 24enne davanti al gip. "Stavo facendo il pagliaccio per assecondare i miei amici, mi sentivo partecipe del gruppo, avevo bisogno di approvazione. Ma in ogni caso l’idea era di capire quanto fosse lungo il cavo, non di bloccare la strada. Poi quando è passata la macchina mi sono distratto".
Cavo d'acciaio teso in viale Toscana, il testimone: "Ridevano"
"Stavano per decapitare uno che è passato in motorino, per fortuna ha girato prima a destra. Il filo era come una ghigliottina", la testimonianza invece di Nicola Ricciardelli, un 26enne residente in zona che dalla finestra per primo si è accorto del cavo d'acciaio e ha così dato immediatamente l'allarme alle forze dell'ordine. "Ridevano quando una macchina ha preso il cavo. Hanno detto sghizzazzando: Hai sentito che botto? Mi sembrava una follia, una scena da film horror. Poteva davvero essere una strage, il primo che passa muore".