video suggerito
video suggerito

Cavo d’acciaio in strada, il 18enne che si è costituito: “Non reggevo più questo peso”

“Non reggevo più questo peso”: è quanto ha detto Michele Di Rosa, il 18enne che si è costituito perché coinvolto nel caso del cavo d’acciaio teso in viale Toscana a Milano.
A cura di Ilaria Quattrone
129 CONDIVISIONI
Immagine

"Non reggevo più questo peso": è quanto ha detto Michele Di Rosa, il ragazzo di 18 anni che si è costituito alla Questura di Monza perché coinvolto nel caso del cavo d'acciaio teso tra le corsie della circonvallazione in viale Toscana a Milano. Accompagnato dal suo legale e dal padre, ha spiegato di aver deciso di assumersi le proprie responsabilità. Il giovane è entrato negli uffici della polizia alle dieci e mezza di sabato 6 gennaio.

Identificato il terzo ragazzo

Il 18enne è uno dei complici di Alex Baiocco, il 24enne che si trova in carcere a San Vittore accusato di blocco stradale e non più per strage come deciso inizialmente. Gli inquirenti hanno identificato il terzo giovane: sarebbe un minorenne per il quale non sono stati ancora presi provvedimenti. Secondo quanto emerso, avrebbe confessato ai genitori i quali si sono poi rivolti ai carabinieri. I tre avrebbero stretto amicizia da poco tempo. Si sarebbero conosciuti sui social e sarebbero usciti insieme solo qualche volta.

Alex Baiocco
Alex Baiocco

Le parole dell'avvocato: Il 18enne dilaniato dai sensi di colpa

Di Rosa è originario di Cologno Monzese e lavora da poco come apprendista cuoco in un locale di Milano. Anche nel suo caso, è scattato il fermo per blocco stradale disposto dal pubblico ministero Enrico Pavone. Entrambi rischiano una pena dai due ai 12 anni di carcere e per tutti e due è stato riconosciuto il rischio concreto di reiterazione del reato.

L'albero al quale è stato agganciato il cavo d'acciaio
L'albero al quale è stato agganciato il cavo d'acciaio

Il 18enne infatti è stato portato in carcere a Monza dove è in attesa dell'udienza di convalida del fermo che, nel suo caso, potrebbe svolgersi oggi davanti al giudice per le indagini preliminari di Monza Andrea Giudici: "Posso dire che mi sono trovato davanti a un ragazzo davvero dilaniato dal senso di colpa", ha detto il legale. "Garantisco che il ragazzo ha deciso realmente di assumersi le sue responsabilità e che non ha mai ridotto il fatto oggetto di indagine a una bravata o a una sciocchezza, il suo è un pentimento serio, non di facciata".

129 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views