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Causa collettiva di 55 clienti contro l’agenzia viaggi: “Soggiorni pagati, ma mai prenotati”

Sono 55 le persone che hanno deciso di presentare una causa collettiva contro l’Arlecchino Viaggi di Seriate (Bergamo). L’agenzia ha chiuso lo scorso agosto senza mai rimborsare i clienti che avevano pagati biglietti e soggiorni mai prenotati né rimborsati.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso agosto la Arlecchino Viaggi di Seriate (in provincia di Bergamo) ha chiuso i battenti "a causa di un danno subito", si leggeva in un cartello: "Siamo consapevoli che vi sono numerose richieste e domane da parte dei nostri clienti ai quali chiediamo, gentilmente, di inviare una mail". Da quel giorno, 55 persone che avevano pagato soggiorni senza che non sono mai stati prenotati si sono riunite e, attraverso Federconsumatori Bergamo, hanno presentato una causa collettiva contro l'agenzia.

I rimborsi mai arrivati

"A nome di ciascuno abbiamo inviato un reclamo alla Arlecchino Viaggi srl, chiedendo i rimborsi delle somme spese e indebitamente trattenute dall’agenzia", ha spiegato Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo. I rimborsi in questione variano da un minimo di 600 euro a un massimo di 15mila euro.

Poiché non sarebbe mai arrivata risposta da parte dell'agenzia, "a novembre abbiamo valutato tutti insieme e con il nostro legale l’opportunità di intraprendere un’azione giudiziaria", ha continuato Perria, e "all'inizio di dicembre la causa collettiva è stata avviata".

"C'è chi ha dovuto intraprendere viaggi lunghi fino a 40 ore"

11 gennaio 2024 alle 9:30 si tiene la prima udienza al Tribunale di Bergamo e i 55 cittadini sono rappresentati dalla legale Rita Persico. Non si tratta solo di bergamaschi che dovevano andare in ferie, ma anche di stranieri che dovevano raggiungere i propri Paesi d'origine o che dall'estero dovevano tornare in Italia.

C'è anche "chi ha dovuto intraprendere viaggi lunghissimi in traghetto, fino a 40 ore, di rientro da Tunisia e Marocco", ha affermato Perria, "tragitti per i quali avevano pagato una cabina e i pasti". Queste persone, però, avendo pagato per biglietti che non sono mai stati prenotati, "si sono ritrovati nei porti costretti a fare colletta tra i propri connazionali per ricomprare i biglietti", ha concluso Perria, "per il solo passaggio ponte, senza pasti, con bambini piccoli al seguito".

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