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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Caso Ziliani, la terza figlia a Chi l’ha visto: “Litigavano per i soldi, volavano sberle e parolacce”

Prima di sapere dell’arresto delle sorelle, la terza figlia di Laura Ziliani – la donna scomparsa da Temù (Brescia) lo scorso maggio – ha raccontato alla trasmissione “Chi l’ha visto?” come spesso c’erano litigi in casa legati ai soldi: “C’erano insulti, sberle e parolacce”. Le altre due figlie, insieme al fidanzato di una di loro, sono stati arrestati per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Ziliani.
A cura di Ilaria Quattrone
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"C'erano liti. Litigavano per i soldi. C'erano parolacce e insulti. C'erano sberle": a dirlo ai microfoni della trasmissione "Chi l'ha visto?" in onda su Rai Tre, è Lucia, la terza figlia di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa l'8 maggio scorso da Temù (Brescia). Le altre due figlie, Paola e Silvia, e il fidanzato di Silvia, Mirto Milani, sono stati arrestati venerdì scorso con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Lucia – che soffre di un leggero disturbo cognitivo – aveva già raccontato agli inquirenti, come riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, che non si fidava più delle sue sorelle da quando avevano detto che "la nonna era perfida come un serpente" e "brutte cose sugli zii".

La sorella Lucia: Provo rabbia nei loro confronti

Sempre lei, dopo aver saputo dell'arresto, aveva raccontato di "provare rabbia" nei loro confronti. Lo stesso giudice per le indagini preliminari, Alessandra Sabatucci, nell'ordinanza aveva definito la loro condotta "odiosa" proprio per aver privato Lucia, dell'unico genitore che si prendeva cura di lei. Anche lei era comproprietaria degli immobili che le due sorelle, insieme al fidanzato e amante, avrebbero provato a impadronirsi uccidendo Laura. E proprio questo sarebbe stato considerato un problema per il trio: la paura, si legge ancora nelle carte, era che potesse diventare tutore un parente stretto che non avrebbe consentito ai tre di poter usufruire del patrimonio come meglio avrebbero creduto.

L'avrebbero uccisa per ottenerne il patrimonio

Il movente dell'omicidio sarebbe proprio quello di impadronirsi del patrimonio. Per gli inquirenti è difficile quantificare una cifra sulle entrate della Ziliani, ma queste si aggiungevano ai mille euro di stipendio ottenuti come dipendente del comune di Roncadelle, ai mille euro di pensione di reversibilità del marito morto nel 2012 e ad altri 250 euro di pensione di invalidità. Subito dopo la scomparsa di Laura, Mirto – e anche la madre Mirna – avrebbero iniziato a gestire il patrimonio Zani-Ziliani in totale libertà.

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