Caso Ziliani, la mail a 8 giorni dalla scomparsa: “Laura, priva di sensi, sulle spalle del vicino”
A otto giorni dalla scomparsa di Laura Ziliani, l'ex vigilessa sparita l'8 maggio scorso da Temù (Brescia), era arrivata una segnalazione anonima che sosteneva di aver visto "il nostro vicino che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina". La persona ha poi scritto di aver appreso, il giorno seguente all'avvistamento, che quel corpo era "della signora Laura". La donna di 56 anni, secondo le indagini della Procura di Brescia e dei carabinieri della stazione di Breno, sarebbe stata uccisa da due delle tre figlie e dal fidanzato della maggiore. I tre, da venerdì scorso, si trovano in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Gli inquirenti non sono mai risaliti all'identità dell'anonimo
L'email anonima è stata inviata all'indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica il 16 maggio. L'anonimo ha affermato di essere stato pagato per "serbare il silenzio", ma di essere disponibile a negoziare un nuovo accordo. I militari hanno quindi svolto tutte le indagini del caso per cercare di risalire all'identità della persona, ma senza alcun esito. Fondamentale, nell'attività investigativa, è stato un altro uomo che ha spiegato agli inquirenti di aver visto due ragazzi – all'incirca 30enni – girovagare in un'area boschiva di Temù, vicino al torrente Fiumeclo, con fare circospetto. Dopo averli visti andare via, l'uomo si è recato proprio nel punto in cui il giovane era entrato e uscito: lì ha poi trovato la seconda scarpa della Ziliani.
Le indagini su i tre ragazzi
Quello stesso uomo ha poi affermato di essere certo che la ragazza fosse una delle figlie della Ziliani mentre l'uomo, grazie al riconoscimento fotografico, sarebbe stato proprio Mirto Milani. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre avrebbero narcotizzato la donna per poi soffocarla nel sonno. Nel corpo della 56enne sono state infatti trovate tracce di benzodiazepine. I tre avrebbero poi nascosto il cadavere per tre mesi e avrebbero inscenato la sua sparizione facendo trovare, durante i mesi di ricerca, dei vestiti e lanciando diversi appelli in televisione. Al trio, inoltre, è riconosciuto un elemento di premeditazione dato che avrebbero provato già ad avvelenarla un mese prima la sparizione.