Caso variante Delta nella palestra di Milano, Pregliasco: “Non siamo ancora usciti dalla pandemia”
Bisognerà attendere ancora qualche ora per sapere se tra i dieci contagiati Covid del focolaio scoppiato nella palestra Virgin di Città Studi, a Milano, risultano altri casi di variante Delta, quella indiana del virus, confermata per il momento solo su uno di loro. Intanto si iniziano a mappare i contatti ed eventuali spostamenti, perché è ormai certo che in questo periodo a preoccupare è soprattutto la variante Delta, ovvero quella indiana del virus. "Di sicuro questo tipo di variante ha un 50 per cento di contagiosità in più rispetto alle altre e il rischio di finire in ospedale nei quindici giorni successivi all'inizio del contagio è 2,6 volte maggiore", spiega a Fanpage.it il virologo Fabrizio Pregliasco.
Pregliasco: Necessario aumentare i tracciamenti per impedire il diffondersi della variante
E se da una parte c'è la preoccupazione che una nuova variante inizi a diffondersi per la Lombardia, dall'altra c'è la speranza che il vaccino – che come precisano da Regione Lombardia sarà somministrato entro il 30 luglio ad almeno tutti i lombardi – possa essere l'arma giusta per sconfiggere anche la variante Delta. "Sia chiaro che il vaccino ci protegge anche da questo tipo di variante – spiega Pregliasco – ma non impedisce il contagio quanto piuttosto l'aggravamento". Ne è un esempio proprio il focolaio nella palestra milanese dove per ora l'unico cliente certo del contagio da variante Delta aveva già completato il ciclo delle due dosi del vaccino. Come fare dunque per evitare il contagio? "È necessario aumentare i tracciamenti ed impedire così il diffondersi della variante", risponde il virologo.
Pregliasco: Zona bianca non si deve tradurre con un liberi tutti
E da oggi lunedì 14 giugno il diffondersi dei contagi potrà essere più facile con il passaggio della Lombardia in zona bianca. Il via libera alle riaperture arriva infatti negli stessi giorni in cui è stato accertato il caso di variante Delta a Milano. Finora non è stato fatto nessun passo indietro, come invece sta succedendo nel Regno Unito che ha deciso di rallentare con le riaperture per evitare proprio il diffondersi di questa tipologia di mutazione del virus. "Certo è che dobbiamo stare in campana", continua il virologo. "Non dobbiamo pensare che allentare le restrizioni equivalga a un liberi tutti. Non siamo ancora usciti dalla pandemia: per questo ci lo aspettiamo un altro colpo di coda. Bisogna fare un passo alla volta".