Caso pandoro Balocco – Ferragni, la procura di Milano apre un fascicolo conoscitivo
Dopo l'esposto per truffa presentato da Codacons e Assourt, il pubblico ministero di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo di carattere esplorativo riguardo l'affaire Balocco e Chiara Ferragni. Si tratta di un tipo di fascicolo a modello 45, senza reato né indagati, che andrà ad approfondire il caso della pubblicità sollevato per prima dalla giornalista Selvaggia Lucarelli. L'indagine sarà condotta dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco del pool truffe e gli accertamenti alla Guardia di Finanza di Milano.
La notizia dell'apertura dell'indagine era nell'aria già da qualche giorno. Lo scorso 15 dicembre l'Antitrust ha comminato a Ferragni una multa da un milione di euro per aver "fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ‘griffato' Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all'ospedale Regina Margherita di Torino".
A quanto si apprende, le indagini del fascicolo esplorativo riguarderanno i contenuti dell'esposto per truffa nei confronti dei consumatori presentato da Codacons e Assourt. Per quest'ultimi, la pubblicità dei pandoro Balocco "è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero stati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati".
La valanga che ha colpito l'imprenditrice non ha riguardato solo il caso dei pandori Balocco. Le indagini, infatti, potrebbero estendersi anche alle uova di Pasqua firmate da Chiara Ferragni per Dolci Preziosi in sostegno al progetto benefico ‘I bambini delle fare'. Ma, come nel caso Balocco, anche qui non ci sarebbe stata nessuna correlazione tra vendita delle uova e beneficienza. A sostenerlo, ancora una volta, è stata Lucarelli, che ha contattato Franco Cannillo di Dolci Preziosi. "Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine – le ha riferito – Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto. Quanto è stata pagata? A memoria 500.000 euro nel 2021 e 700.000 circa nel secondo anno, poi ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto".