Caso Leonardo La Russa, il presidente del Senato: “Credo nella sua innocenza. Non ne ho mai parlato con Pazzali”

"Nessuno mi può vietare di credere interamente all'innocenza di mio figlio, comunque mi affido alla magistratura". Lo ha dichiarato nella mattinata di oggi, giovedì 20 febbraio, il presidente del Senato Ignazio La Russa rispondendo alle domande dei cronisti nei pressi del Tribunale di Milano in merito all'inchiesta che riguarda suo figlio Leonardo Apache, accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 22 anni. La seconda carica dello Stato ha anche affermato di non aver mai discusso del caso con Enrico Pazzali, il presidente autosospeso di Fondazione Fiera e capo della Equalize al centro delle indagini su dossieraggi e spionaggio: "Non mi risulta di averne mai parlato con lui e lo sentivo una volta ogni due mesi".
Le presunte telefonate con Pazzali
Leonardo Apache La Russa è indagato insieme all'amico Tommaso Gilardoni per una presunta violenza sessuale che i due avrebbero commesso ai danni di una 22enne tra il 18 e il 19 maggio del 2023, dopo una serata in discoteca. La difesa della ragazza nelle scorse ore ha fatto sapere che chiederà di sentire Samuele Calamucci, uno degli hacker coinvolti nell'indagine sui presunti accessi abusivi alle banche dati della società di investigazione Equalize, di cui era a capo Enrico Pazzali.
Calamucci, infatti, durante un interrogatorio ha raccontato di aver assistito a una telefonata tra Pazzali e un contatto di nome "Ignazio" nella quale i due avrebbero parlato del caso in cui è coinvolto il figlio del presidente del Senato. Inoltre, ci sarebbe stata un'altra telefonata tra un militare e lo stesso Pazzali in merito alla "planimetria" dell'abitazione La Russa, dove sarebbe avvenuta la violenza.
"Non ricordo la chiamata e non credo ci sia stata"
Il presidente del Senato, dopo aver ribadito di credere all'innocenza del figlio, ha dichiarato: "Non mi risulta di averne mai parlato con Pazzali, la chiamata non la ricordo e non credo ci sia stata". La Russa ha, poi, aggiunto: "Non ho mai saputo e non avrei mai potuto immaginare che il capo di Fiera Milano avesse una società di spionaggio", affermando che Pazzali gli avrebbe mandato "dopo indirettamente delle scuse".
In merito alla presunta telefonata in cui sarebbe stata richiesta la planimetria della casa del presidente del Senato, La Russa ha risposto: "Tendo a credere che fosse una persona che non conoscevo, altrimenti la chiedeva a me la planimetria".