Caso Laura Ziliani, il pm chiede il processo per le figlie Paola, Silvia e il fidanzato Mirto
Mirto Milani, Paola e Silvia Zani devono andare a processo. Lo ha chiesto il pubblico ministero Caty Bressanelli dopo le confessioni dei tre, accusati dell'omicidio dell'ex vigilessa Laura Ziliani. Il cadavere della donna era stato ritrovato l'8 agosto 2021 nei boschi di Temù, ma era morta già dall'8 maggio. Quasi un anno di silenzio, poi due delle tre figlie della vittima e il fidanzato della maggiore hanno confessato l'omicidio, spiegando uno dopo l'altro anche come l'hanno uccisa. "Le abbiamo messo un sacchetto in testa, lo abbiamo chiuso e poi le abbiamo stretto le mani al collo". I tre sono in carcere dal 24 settembre scorso.
Le confessioni degli indagati
Il primo ad aver confessato è stato Mirto Milani, fidanzato della sorella maggiore ma anche amante della minore. Agli inquirenti aveva spiegato come "Laura non moriva" e per questo motivo "io e Silvia le abbiamo stretto le mani al collo". Poche ore dopo, Silvia Zani, sua fidanzata, ha confermato quella versione della storia. Alla fine ha ceduto anche la 19enne Paola. I tre hanno poi ammesso anche di aver tentato nelle settimane precedenti all'omicidio di uccidere Laura Ziliani. Era il 16 aprile quando le somministrarono una tisana che la fece dormire per oltre 48 ore.
La versione dell'incidente non ha mai convinto
Sembrano quindi ormai giunte a una conclusione le indagini sulla morte di Laura Ziliani. Anche Giuseppe Pasina, sindaco del paese bresciano Tamù aveva detto a Fanpage.it di essere felice "che si è conclusa la vicenda". La versione secondo la quale l'ex vigilessa sarebbe stata vittima di un incidente in montagna non aveva mai convinto nessuno. "Spero solo che la loro confessione non sia una mossa difensiva per cercare di salvarsi in qualche modo durante il processo", ha concluso il sindaco.