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Caso Laura Ziliani, il mistero dei materassi gettati in discarica il giorno dell’omicidio

Tra i punti oscuri dell’omicidio di Laura Ziliani ci sono anche quei materassi gettati in discarica il giorno dell’omicidio: tra le ipotesi anche quella che i materassi potessero contenere tracce di dna di Laura Ziliani e anche prove dell’omicidio. Certo è che l’ordine dei nuovi materassi è stato annullato dai genitori di Mirto Milani, uno dei tre arrestati con l’accusa di aver ucciso dell’ex vigilessa di Temù.
A cura di Giorgia Venturini
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Tra i misteri su cui si stanno concentrando ancora gli inquirenti che indagano sull'omicidio di Laura Ziliani c'è anche quello dei materassi. Si trattano di quelli che le due figlie Silvia e Paola Zani, ora in carcere con l'accusa di aver ucciso la madre, la mattina dell'8 maggio hanno buttato in discarica: stando alla versione fornita dalle due sorelle agli inquirenti quella mattina attendevano la madre verso le dieci per andare insieme in discarica. Hanno raccontato che li volevano cambiare e ne avevano già ordinati degli altri: un ordine che qualche giorno dopo verrà annullato dai genitori dei Mirto Milani, il fidanzato della maggiore anche lui in carcere con l'accusa di omicidio. Ma se Laura Ziliani è stata uccisa la notte tra il 7 e l'8 maggio perché il giorno dopo il trio si è sbarazzato dei due o tre materassi?

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Annullato l'ordine dei nuovi materassi

Tra le ipotesi, anche quella che quei materassi potessero contenere tracce di Dna di Laura Ziliani: sui quali magari è avvenuto l'omicidio. Un punto che resta ancora avvolto nel mistero: certo è che poi l'ordine dei nuovi materassi è stato annullato dai genitori di Mirto. Per gli inquirenti è necessario chiarire se i consuoceri di Laura Ziliani (non indagati) abbiano avuto un ruolo in questa vicenda o erano all'oscuro di tutto. Certo è che in questi cinque mesi – dal giorno della scomparsa al giorno dell'arresto – il trio ha fatto molti passi falsi: tante le contraddizioni durante le loro testimonianze e i tentativi di depistaggio sulle indagini. Fin dai primi giorni, motivo per cui già dopo poche ero l'allarme della scomparsa lanciato dalle figlie l'ipotesi dell'incidente in montagna si faceva sempre più debole.

I punti oscuri dell'omicidio

Su una cosa sono sicuri gli inquirenti,  Laura è stata uccisa. L'ex vigilessa aveva raggiunto la sua casa di Temù dove si trovavano già Silvia, Paola e Mirto, la sera del 7 maggio e, stando anche a quanto sostiene la mamma di Laura Ziliani, da quella casa non è più uscita viva: Laura non è uscita di casa, secondo quanto si legge anche dalle carte della Procura di Brescia che indaga sull'omicidio, per andare a fare una passeggiata in montagna e la mattina non ha navigato su internet con il suo telefono, come sostengono le due figlie. Oggi i dubbi restano sull'ora dell'omicidio e su come è stata uccisa: tra le ipotesi quella della morte per soffocamento. Altro punto oscuro è dove è stato nascosto il corpo di Laura Ziliani per tre mesi.

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