Caso Ilaria Salis, Tarfusser a Fanpage.it: “Gabriele Marchesi non va consegnato all’Ungheria”
Il sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser, già noto per aver chiesto la revisione del processo sulla strage di Erba, lo scorso dicembre ha chiesto di non consegnare Gabriele Marchesi, accusato di essere il complice di Ilaria Salis, all'Ungheria. La Corte d'Appello di Milano ha quindi inviato 10 quesiti ai giudici ungheresi per valutare la possibilità di dar seguito al mandato di arresto europeo: al momento hanno risposto soltanto a tre o quattro di questi. In un'intervista a Fanpage.it Tarfusser anticipa che confermerà il parere negativo alla consegna di Marchesi.
L'Ungheria ha emesso un mandato di arresto europeo a carico di Gabriele Marchesi chiedendone la consegna. Cosa ha risposto alla Procura ungherese?
Il mandato di arresto europeo (MAE) è uno strumento adottato dall’UE nel 2002 per una più efficace collaborazione tra le autorità giudiziarie dei paesi dell'Unione. Fonda la sua ragione d'essere sull'idea di uno spazio giuridico unico in un'ottica di progressivo avvicinamento dei diversi sistemi giuridici sulla base di principi di diritto condivisi. Sappiamo che negli ultimi anni alcuni Paesi, tra cui certamente l’Ungheria, si sono allontanati da questi principi tra cui vi è anche quello della proporzionalità tra fatto e pena. Quindi, per rispondere alla sua domanda, io ho semplicemente chiesto alla Corte di non consegnare il Marchesi all'Ungheria e ho motivato questa mia richiesta sulla evidente sproporzione tra il fatto che è accusato di avere commesso e la sanzione che gli verrebbe inflitta in caso di condanna. Sul caso di Gabriele Marchesi e quindi anche sulla mia richiesta un peso fondamentale lo ha avuto quanto denunciato da Ilaria Salis sul trattamento subito in carcere a Budapest.
Cosa ha deciso la Corte?
La Corte d’appello di Milano ha emesso un'ordinanza in cui ha posto delle domande molto precise e dettagliate alle Autorità ungheresi sulla giurisdizione in quel paese, sulle condizioni carcerarie, sul trattamento dei detenuti, sul livello di tutela dei diritti fondamentali. Al momento hanno risposto a solo tre o quattro domande. In questa prima nota arrivata dal Ministero della Giustizia ungherese si affrontano questioni prettamente giuridiche rimandando ad altri uffici di competenza il compito di rispondere al resto delle domande, soprattutto quelle sulle condizioni carcerarie. Aspettiamo e vedremo se saranno soddisfacenti. Come Procura generale confermeremo il parere negativo alla consegna già espresso
Quando si è svolta l’udienza in cui ha espresso questo parere negativo?
Il 5 dicembre. Per questo mi meraviglia molto che adesso tutti si stracciano le vesti solo per avere visto Ilaria Salis portata in un’aula di Tribunale legata in modo incivile. Forza delle immagini.
Succedono cose simili anche in Italia?
Certamente, fatte ovviamente le debite proporzioni. Quello che mi fa specie è che noi ci scandalizziamo per aver visto in tv Ilaria Salis in un Tribunale di Budapest con le catene. Ma questo lo vediamo anche nei nostri Palazzi di Giustizia. Io vedo ogni giorno imputati, seppur non legati ai piedi, ma ammanettati sì, spesso portati con un guinzaglio e una volta nell’aula del processo messi in una gabbia. Io, seppur dovrei essere abituato a queste scene, sento sempre un forte disagio quando vedo gli imputati trascinati in questo modo davanti a tutti per i corridoi del Palazzo e poi rinchiusi in gabbie.
Spero che il caso di Salis e Marchesi sia l'occasione anche per scuotere le coscienze e per farci riflettere su un mondo che rimuoviamo, che pensiamo non ci appartenga. Detto questo ammetto di non essere molto ottimista perché non appena alle immagini di Ilaria Salis incatenata faranno posto quelle del prossimo crimine orrendo, si alzerà di nuovo il grido per pene più severe, magari anche quella capitale. Siamo un paese ondivago che vive di emozioni e con poca memoria. Certo non abbiamo titoli per dare lezioni agli altri Paesi.
Sarebbe complicato invece portare in Italia Ilaria Salis?
L'autorità giudiziaria ungherese vorrà prima processarla, come accadrebbe esattamente in Italia se un ungherese commettesse un reato sul nostro territorio. Al termine del processo però si potrà chiedere che Ilaria Salis sconti la sua pena nel suo Paese d'origine e quindi in Italia. Siamo però ancora ora in fase processuale.