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Ilaria Salis dalla detenzione all'elezione in Europa

Caso Ilaria Salis, oggi l’udienza a Budapest: il giudice dovrà decidere se concedere i domiciliari

Il giudice del Tribunale di Budapest oggi, 28 marzo, deciderà se accogliere la richiesta degli arresti domiciliari per Ilaria Salis. A Milano, invece, la Corte d’Appello dovrà valutare se concedere l’estradizione a Gabriele Marchesi, coimputato con la 39enne monzese.
A cura di Enrico Spaccini
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Ilaria Salis
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Torna nell'aula del Tribunale di Budapest Ilaria Salis, l'insegnante monzese arrestata in Ungheria l'11 febbraio 2023 con l'accusa di aver partecipato all'aggressione nei confronti di due neonazisti durante il ‘Giorno dell'Onore'. Il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dall'avvocato ungherese della 39enne, Gyorgy Magyar, da scontare in Italia o, in secondo luogo, nella capitale ungherese. Nel frattempo, a Milano si dovrà decidere delle sorti di Gabriele Marchesi, il 23enne coimputato di Salis detenuto ai domiciliari in Italia. Per lui la Procura di Budapest sostiene che ci sia la "necessità" del carcere, ma i giudici milanesi vogliono capire se ci siano i presupposti per l'applicazioni di misure alternative.

Di cosa è accusata Ilaria Salis

Ilaria Salis è stata arrestata l'11 febbraio 2023 a Budapest. In Ungheria si stava festeggiando il ‘Giorno dell'Onore‘, ovvero il ricordo di quando tra l'ottobre del 1944 e il febbraio del 1945 le truppe tedesco-ungheresi resistettero all'assedio dell'Armata Rosa sovietica. Una ricorrenza che ogni anno attira migliaia di neonazisti da tutta Europa.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura ungherese, l'insegnante monzese, insieme a Gabriele Marchesi, con volto coperto e manganelli avrebbe partecipato il giorno precedente all'aggressione di due neonazisti che hanno riportato ferite lievi (guaribili in cinque e otto giorni). Salis si è sempre dichiarata non colpevole, ma è imputata per aggressione, lesioni in concorso e di far parte di "un'associazione estremista".

Il processo a Budapest e la richiesta dei domiciliari

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Salis è in carcere dall'11 febbraio 2023, in condizioni che in più di un'occasione ha definito "disumane", e il processo è iniziato il 29 gennaio 2024. Alla prima udienza la 39enne è stata fatta entrare nell'aula del Tribunale di Budapest con mani e piedi in catene e un guinzaglio al collo. Si è sempre dichiarata "estranea ai fatti", ma la Procura ungherese ha chiesto per lei una condanna a 11 anni di carcere.

Nell'udienza del 28 marzo sarà ascoltato uno dei due neonazisti, presunta vittima del pestaggio del 10 febbraio, e un paio testimoni. Gyorgy Magyar, avvocato ungherese di Salis, ha fatto sapere di aver "presentato alla Corte un'ampia documentazione per la richiesta dei domiciliari" mentre l'insegnante "non farà alcuna dichiarazione". La proposta del legale è di scontare la detenzione in una dimora in Italia, cosa che "il giudice rifiuterà quasi certamente", e come seconda opzione in un'abitazione "sicura" a Budapest.

La situazione di Gabriele Marchesi

Allo stesso tempo, i giudici della Corte d'Appello di Milano dovranno decidere le sorti di Gabriele Marchesi. Il 23enne è coimputato insieme a Salis, ma si trova ai domiciliari nel Milanese. Su di lui pende un mandato d'arresto europeo dall'8 novembre scorso e nell'ultima udienza, che si è tenuta il 13 febbraio, i giudici avevano rinviato la decisione sulla sua consegna.

La Procura ungherese sostiene la "necessità" che Marchesi venga condotto in carcere a Budapest. In un primo momento la magistratura italiana si è presa del tempo per valutare le condizioni di detenzione in Ungheria, mentre ora vuole valutare ipotesi di detenzione per il 23enne alternative alla cella.

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