Caso Ilaria Salis, alla prossima udienza sarà chiesto di farle scontare i domiciliari in Italia o a Budapest
Il 28 marzo si svolgerà una nuova udienza nel processo che vede come imputata Ilaria Salis, l'attivista e insegnante di 39 anni di Monza che è stata arrestata in Ungheria l'11 febbraio 2023 e da allora è detenuta in un carcere a Budapest. Come appreso da Fanpage.it, sarà avanzata la richiesta di concederle gli arresti domiciliari da scontare in Italia o in alternativa a Budapest. Salis è accusata di aver partecipato all'aggressione nei confronti di due neonazisti durante la manifestazione La Giornata dell'Onore che annualmente raccoglie centinaia di estremisti di destra. La donna aveva infatti partecipato a una contro manifestazione.
Ilaria Salis ha denunciato le condizioni disumane del carcere
Il suo caso è al centro del dibattito internazionale dopo che la stessa, attraverso i genitori, ha denunciato le condizioni disumane in cui è stata sottoposta nell'istituto penitenziario. Il padre Roberto Salis aveva spiegato che la figlia è stata per giorni "senza carta igienica, sapone e assorbenti". Avevano inoltre fatto discutere le immagini che la ritraevano con manette alle mani e ai piedi collegate a un cinturone in vita e uno al collo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a metà febbraio, aveva poi annunciato che le condizioni detentive della detenuta erano migliorate grazie all'intervento del Governo: "Risultati ottenuti lavorando con discrezione e gradualità evitando polemiche e forzature".
L'udienza anticipata al 28 marzo
Il ministro, infatti, aveva rivendicato anche la decisione di anticipare l'udienza, fissata per il 24 maggio, al 28 marzo: "Un risultato che ha ottenuto questo Governo grazie alla serietà, grazie anche al lavoro che ha fatto la nostra ambasciata", aveva detto all'epoca il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L'attivista rischia comunque fino a 24 anni di carcere. La Procura di Budapest ne ha chiesti undici. Fin dall'inizio del procedimento, la 39enne ha rigettato le accuse. Durante l'ultima udienza, infatti, si è dichiarata non colpevole.