Caso Gintoneria, Stefania Nobile non fa ricorso contro gli arresti domiciliari: “Nessun profitto personale”

Stefania Nobile ha deciso di non ricorrere al Tribunale del Riesame contro la misura cautelare dei domiciliari dopo l'arresto, lo scorso 4 marzo, assieme all'ex compagno Davide Lacerenza nell'inchiesta che vede al centro un presunto giro di prostituzione e droga alla Gintoneria di via Napo Torriani a Milano e nel privé della Malmaison.
"Abbiamo deciso, concordemente, di non impugnare la misura cautelare per dare modo agli inquirenti di verificare l'assoluta assenza di profitti personali diretti o indiretti da parte di Stefania Nobile", ha fatto sapere l'avvocato Liborio Cataliotti. "Solo dopo che saranno terminate e che saranno definitivamente ostensibili alla difesa prenderemo atto delle risultanze istruttorie finali". E ancora."Escludo totalmente che Stefania Nobile abbia favorito o sfruttato la prostituzione, anche perché, stando alla stessa imputazione, lei non ha dato alcun apporto diretto né ha ricevuto lucri diretti", aveva spiegato Cataliotti, chiarendo anche che a non è stata applicata la misura per fatti di droga e che l'accusa relativa alla prostituzione le viene imputata solamente "perché i proventi sono andati alla società, di cui lei è ritenuta amministratrice di fatto".
Lacerenza, invece, ha recentemente presentato appello al Riesame di Milano contro il sequestro di 900mila euro per l'ipotesi di autoriciclaggio. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza però, al momento, sono riusciti a rintracciane solo 80mila: 33mila sono stati trovati su un conto in Lituania, 40mila su conti nazionali e 10mila euro in contanti. Solo una piccola parte del denaro riconducibile al "King" delle notti milanesi, per chi indaga: il sospetto, infatti, è che gran parte dei guadagni illeciti incassati col presunto giro di droga e prostituzione siano finiti all'estero, forse riciclati in Albania dove la figlia di Wanna Marchi da tempo apre e rivende locali notturni.