Caso Gintoneria di Milano, tra i clienti ci sarebbe anche “nota influencer”: Lacerenza le avrebbe offerto della droga

Ci sarebbe anche una "nota influencer", tale C.M., tra i clienti che hanno fatto uso di stupefacenti alla Gintoneria, il locale notturno di Milano che Davide Lacerenza gestiva insieme alla "socia occulta" ed ex compagna Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, lo scorso 7 maggio la ragazza avrebbe partecipato a una serata nel locale, durante la quale Lacerenza avrebbe cercato di convincerla a consumare droga insieme a lui. C.M. inizialmente rifiuta ma, dopo alcune insistenze del titolare 59enne, la ragazza accetta e sniffa una dose. Nel frattempo Lacerenza le chiede del compagno, in particolare se sia ancora fidanzata "col manager". Lei risponde di sì e che stanno insieme da un paio d'anni.
Lacerenza e Nobile sono finiti ora agli arresti domiciliari dopo che la Procura di Milano li ha indagati come responsabili di un giro di escort, droga e alcolici offerti in "pacchetti all-inclusive" ai ricchi clienti della Gintoneria. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due avrebbero procurato prostitute, dosi di stupefacenti e bottiglie di champagne d'annata per i facoltosi frequentatori del locale, disposti a pagare tra i 3mila e i 10mila euro a serata. Ci sarebbe però un cliente, tale S.S., rampollo di una ricca famiglia milanese, che sarebbe arrivato a spendere anche 70mila euro per una sola notte in compagnia di "quattro escort".
Tra i fruitori di questi speciali servizi figuravano anche un "sindaco ricco", un noto "immobiliarista", "gente di Dubai", un militare delle Guardia di finanza a cui Lacerenza offriva prostitute anche gratuitamente, "in cambio di favori in corso di accertamento”, e un imprenditore svizzero che in poche ore era riuscito a spendere 40mila euro in bottiglie di champagne.
Chi acquistava questi "pacchetti" poteva scegliere se consumarli in loco, nel privè della Gintoneria (la Malmaison, il "locale rosa" adiacente adibito "unicamente al consumo delle prestazioni sessuali"), oppure se farsi recapitare il servizio a casa. Delle consegne a domicilio si sarebbe occupato lo stesso Lacerenza, insieme al braccio destro-fattorino Davide Ariganello, che per questa attività arrivava a prendere dai clienti mance anche da 5mila euro. Lacerenza e Nobile sono ora accusati di autoriciclaggio e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il primo è indagato anche per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.