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Alberto Genovese arrestato per stupro

Caso Genovese, si indaga su prelievi da decine di migliaia di euro: soldi forse usati per la droga

Prelievi ingenti, anche da 50mila euro in una volta sola. Questo il nuovo fronte delle indagini che riguardano Alberto Genovese, l’imprenditore digitale finito in carcere con l’accusa di aver drogato e stuprato una ragazza di 18 anni durante uno dei party organizzati nel suo lussuoso attico a Milano. I magistrati vogliono fare luce sulle operazioni finanziarie di Genovese e capire a cosa servissero i soldi.
A cura di Francesco Loiacono
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Non ci sono solo gli stupri, due quelli finora denunciati, con un terzo episodio in attesa di essere formalizzato, a "pendere" sul capo di Alberto Genovese, l'imprenditore digitale che dai primi di novembre si trova agli arresti nel carcere milanese di San Vittore. I magistrati che indagano sul "mago delle start up" che avrebbe drogato e stuprato una ragazza 18enne nel suo attico nel centro di Milano e una 23enne in una villa a Ibiza, vogliono vederci chiaro anche sugli ingenti prelievi, da decine di migliaia di euro, che Genovese avrebbe fatto negli scorsi mesi.

Genovese prelevava anche 50mila euro in una volta sola

Come riporta il quotidiano "Repubblica", a Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, che indagano sulle violenze sessuali, si è aggiunto un altro pubblico ministero specializzato in reati societari e finanziari. L'attenzione è puntata sugli ingenti movimenti di denaro di Genovese, capace di prelevare anche 50mila euro in una volta sola. Il suo patrimonio, certo, glielo consentiva: nel 2014, a titolo di esempio, Genovese aveva venduto una delle sue creature, Facile.it, per 100 milioni di euro. Ma i magistrati vogliono capire se le enormi somme di denaro – per un comune cittadino – prelevate dall'imprenditore partenopeo servissero per acquistare la droga che girava a fiumi nei suoi party, incluso quello a "Terrazza sentimento" del 10 ottobre durante il quale sarebbe stata stuprata la 18enne – o avessero altri fini.

Il presunto legame con l'inchiesta Lombardia film commission

Per ora non ci sarebbero precise ipotesi di reato, ma sono diverse le Sos (segnalazioni di operazioni sospette) della Banca d'Italia che riguardano Genovese e che la guardia di finanza sta cercando di chiarire. Una, un'operazione da 18 milioni di euro, è finita anche agli atti di un'altra inchiesta, quella sulla Lombardia film commission. Si tratta di una transazione che vede protagonisti due professionisti legati alla Lega: nella causale del bonifico viene citata un'altra delle società fondate da Genovese, in cui l'imprenditore non ha più cariche ma di cui è rimasto socio principale. I soldi sarebbero finiti all'estero, tra Cipro e le isole Cayman, noto paradiso fiscale.

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