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Alberto Genovese arrestato per stupro

Caso Genovese, parla la modella delle feste private: “Ho visto anche vescovi tra sesso e cocaina”

Non ci sono solo le feste di Alberto Genovese a Milano: l’Italia è piena di party esclusivi e segreti a cui partecipano anche vescovi, professionisti e calciatori. Lo racconta a Fanpage.it Giulia Napolitano, una giovane fotomodella che da anni lavora come ragazza immagine per feste private in tutto il Paese. “Ho visto preti mettere in fila ragazze nude cosparse di cocaina, ristoratori pagare 18enni per guardare porno assieme. Se faccio i nomi mi ammazzano”.
A cura di Salvatore Garzillo
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La modella Giulia Napolitano (Foto di Raffaele Marino)
La modella Giulia Napolitano (Foto di Raffaele Marino)
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La verità è che serie come "The Young Pope", per quanto possano sembrare esagerate nelle scene di piacere, non sono estreme come la realtà. "Una volta, in una bellissima villa romana di proprietà di una ex escort, ho visto un prete che aveva messo in fila tre ragazze nude sul letto e ognuna di loro aveva una striscia di cocaina sul pube. Il resto si può immaginare. Ne ho visto un altro che faceva un threesome, un trio con due ragazze, e non si è fermato neppure quando sono passata nella stanza per andare in bagno. Se faccio i nomi mi ammazzano”. A parlare è Giulia Napolitano, una fotomodella siciliana 21enne che da anni lavora come ragazza immagine per feste private in tutta Italia e che ha deciso di raccontare a Fanpage.it i retroscena delle notti proibite degli insospettabili.

"A Roma è pieno di vescovi e preti che fanno messa e tre ore dopo pippano cocaina e si divertono con 18enni come se niente fosse. Quando ho provato a chiedere come mai un uomo di Chiesa frequentasse serate del genere, qualcuno di loro mi ha risposto che stava seguendo la fuga nel rifugio dei peccatori. Uno schifo". Siamo arrivati alla Napolitano durante il nostro lavoro di ricerca sulle feste di Alberto Genovese, l’imprenditore digitale arrestato per lo stupro di una modella 18enne durante un party organizzato lo scorso 10 ottobre nel suo super attico vista Duomo. “Preferisco non parlare di Terrazza sentimento perché le feste di Genovese non erano il top in circolazione. C’è di peggio. Lui ha fatto una cosa orribile e dovrà pagare ma vi assicuro che di party come i suoi è piena l’Italia, ne ho visti uguali a Milano, a Roma, in Sicilia, in Sardegna, in campagne di paesini sperduti. Di persone che pippano 5 grammi di cocaina (come ha dichiarato lui agli inquirenti, ndr) ce n’è dappertutto”.

Il cellulare nascosto nelle mutande

Lo schema descritto della 21enne ricalca esattamente quello scoperto dagli investigatori della Squadra mobile a lavoro sui misteri di casa Genovese: "Tutti gli organizzatori di feste private fanno lasciare il cellulare all’ingresso e molti usano bodyguard dentro e fuori casa per garantire la privacy degli ospiti, che spesso sono avvocati, medici, notai, ma anche calciatori, procuratori. Dicono che sia per la sicurezza, in realtà nessuno vuole che si sappia che di giorno sono stimati professionisti e di notte si drogano e pagano ragazzine". Eppure la 21enne aveva trovato il sistema per evitare rischi, uno stratagemma pericoloso ma al cui pensiero ora ride: "Avevo comprato un altro piccolo cellulare che nascondevo nelle mutande, nel reggiseno o negli stivali alti. Così appena arrivavo andavo in bagno e scrivevo un messaggio a mia madre per informarla della situazione e avvertirla che nel caso non rispondessi oltre una certa ora avrebbe dovuto chiamare la polizia dando l’indirizzo".

Ecco perché c'è omertà attorno Genovese

È un mondo sommerso eppure frequentatissimo quello vissuto e descritto dalla Napolitano, che confessa di non aver timore di esporsi “perché nessuno può ricattarmi, poiché non mi drogo e non ho mai barattato la mia dignità prostituendomi, facevo solo la ragazza immagine”. Cosa che invece non possono dire molte altre invitate alle feste di Genovese: "L’omertà che ruota attorno a questa vicenda è dettata solo dalla paura di perdere la droga gratis e il lavoro con i clienti, lo dico senza problemi. Ma chi vuole fare un lavoro serio? Guadagnano 10mila euro al mese se vogliono e all’improvviso devono andare a lavorare in un bar per mille? No, meglio stare zitte". Alla domanda: "C’è qualcuna che si pente di questa vita?", la risposta è secca: "No, non si pente nessuna. È difficile tornare a una vita mediocre, chi smette è perché è troppo vecchia, ha trovato marito o è morta per la droga. In ogni caso c’è un mare di ragazze che fa a gara per partecipare a queste feste. Mica vai lì per la bella musica o per fare amicizia, ci vai perché c’è l’avvocato che ti dà mille euro. Così ti paghi l’università o magari ti compri la borsa che volevi. E poi non ci dimentichiamo che molte sono tossicodipendenti e lì trovano la droga gratis".

I 15mila euro per il lato b

La Napolitano ha partecipato alla prima festa esclusiva quando aveva solo 18 anni, si era appena trasferita a Roma da Caltagirone. Un giorno ha scoperto che la sua coinquilina faceva la escort ed è stata invitata in una famosa villa a 4 piani di una maîtresse con moltissimi legami con i potenti di ogni tipo, dal calcio alla Chiesa. "La proprietaria ha circa 50 anni e dopo una vita passata a fare il mestiere più antico del mondo ha deciso di sfruttare la rete di contatti prendendo una percentuale sulle prestazioni delle giovani. La mia coinquilina mi aveva detto che avrei preso 150-200 euro solo per fare la ragazza immagine, che non ero obbligata a drogarmi o prostituirmi. E così ho iniziato". Da quel giorno ha girato l’Italia entrando in case e alberghi da sogno, con personaggi famosi e uomini ricchissimi. "Una volta un 40enne mi ha offerto 15mila euro per fare sesso con me, voleva il mio lato b. C’è stata una trattativa assurda partita da 5mila. Ogni volta mi rifiutavo e lui alzava la posta. Alla fine gli ho detto ‘no, non te lo do il mio sedere'. Si è alzato arrabbiato e mi ha mandato a quel paese, l’organizzatore mi ha pagata e sono andata via. Quell’uomo era il più ricco della festa, aveva il potere di farmi cacciare".

Chi sono gli organizzatori dei party privati

Gli organizzatori sono un capitolo a parte molto interessante. Ci sono ex escort che mettono a frutto i contatti, i pr della notte, imprenditori pieni di soldi con i giusti agganci che vogliono svagarsi e possono tutto. "O lo fai per hobby o per soldi", sintetizza la Napolitano. "Ci sono chat ma per lo più si usa il passaparola tra ragazze, gli organizzatori non sono mai espliciti perché temono sempre di essere intercettati dalla polizia. Si parla in codice anche per i pagamenti e per la droga. Ognuno conosce i suoi clienti e sa cosa gli piace: cocaina, mdma, pasticche".

La realtà come nei porno

C’è un tariffario preciso: 300-400 euro a Milano, 150-200 a Roma. Solo per fare “immagine”, con gli extra il prezzo sale molto. "Non sono mai andata oltre, facevo questi lavori perché come fotomodella stavo ancora ingranando e dovevo mantenermi in maniera pulita nei confronti del mio corpo. Però ho assistito a una quantità di scene assurde che bastano per una vita. Un uomo con 5 ragazze, per esempio. Ricordo un famoso ristoratore sardo che ha dato 5mila euro a 3 ragazze per farsi fare un pompino mentre guardava un porno. E intanto sniffava cocaina. Per non parlare dei preti. So che non si direbbe ma sono molto religiosa, soprattutto dopo la perdita di mio padre, ma io ormai sono scioccata. Mi fido di Dio, non della Chiesa".

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