Caso Genovese, Leali: “Non ho mai cercato di comprare il silenzio della ragazza che lo accusa”
L’attitudine imprenditoriale di Alberto Genovese travolgeva tutto, anche Terrazza Sentimento. L’attico in piazza Santa Maria Beltrade era l’incubatore di un progetto di business più ampio a cui aveva trovato anche il nome: “Sentimentolandia”. Il paese dei balocchi per le sue feste e per chiunque volesse affittare una location esclusiva e sicura. “So che aveva già comprato un altro spazio nello stesso palazzo ma in un’altra scala – racconta a Fanpage.it Daniele Leali, amico e socio di Genovese -. Quel nome lo aveva trovato lui, pensava di chiedere le licenze per renderlo un luogo anche da affittare ad altri". Leali, che si dichiara innocente, è attualmente indagato per spaccio nell’ambito dell’indagine sullo stupro di una 18enne avvenuto proprio a casa di Genovese lo scorso 10 ottobre durante una festa.
L'indagine sulla droga
“Sono sicuramente una delle persone che è stata più vicina ad Alberto negli ultimi mesi, abbiamo fatto vacanze, feste e serate assieme – continua Leali – Mi sono sempre sembrate situazioni normali. Certo nessuno nega che ci fosse droga ma non so chi la comprasse e chi la vendesse”.
Sul punto procedono le indagini della Squadra mobile, che nelle prossime settimane dovrebbe dare una accelerata che fa tremare il mondo dei pusher della Milano bene. Organizzatori di serate, “modellari”, pr e perfino personal trainer di personaggi importanti della televisione, la ricerca degli uomini diretti da Marco Calì ha svelato un mondo di mezzo popolato da intermediari con la faccia (e a volte la fedina penale) immacolata. "Io aspetto con ansia di poter essere sentito in procura – commenta Leali – perché al momento non sono mai stato convocato e non c’è nessuna mia dichiarazione ufficiale in un atto giudiziario. Vorrei raccontare cosa so di tutta questa storia”.
"Voleva comprare il mio silenzio"
Intanto c’è un’altra questione che lo tiene sveglio, un’accusa pesante che arriva dalla vittima di Genovese. Durante una trasmissione televisiva la ragazza ha detto che Leali avrebbe provato “a comprare il suo silenzio” con un’offerta economica. Una versione che Leali nega totalmente e alla quale ha risposto con una querela per calunnia. “Durante l’unico incontro che ho avuto con lei prima di partire per Bali le ho solo fatto presente che Alberto e i suoi legali erano interessati a mettersi in contatto con i suoi avvocati per trovare un accordo economico. Accordo poi saltato perché Alberto è stato arrestato e non c’è stata occasione per le parti di confrontarsi”.
Il mercato delle vittime
La dichiarazione della 18enne in televisione ha sorpreso tutti. La scelta di esporsi pubblicamente, pur mantenendo il proprio anonimato, ha inoltre indispettito Leali al quale non è stato concesso il confronto in diretta. Fino a questo momento una parte delle sue ospitate era gestita dalla Atena srl, società che fa capo a Fabrizio Corona, che in questo periodo ha svolto un lavoro di agenzia per alcune delle accusatrici di Genovese e non solo. “Non è strano che tutte queste ragazze vadano in televisione grazie a Corona? – chiede Leali – Forse bisognerebbe indagare su questa dinamica. Penso che il collegamento tra loro sia Elisa Rivoira (amica di Genovese, ndr), che stando alle foto pubblicate sui social frequenta casa Corona. Motivo per cui anche lei partecipa alle ospitate in tv”.
Il "mercato delle vittime" di Genovese è un capitolo nuovo in questa complessa vicenda in cui sono in tanti a sapere la verità, pochi a raccontarla e moltissimi a voler mostrarsi. "C’è sicuramente gente che ne sta approfittando e cerca di ottenere soldi e popolarità – continua Leali -. Anche io ho lavorato con la Atena attraverso il contatto di Corona. Ha discusso con il mio avvocato Sabino Di Sibio i termini anche economici delle mie partecipazioni. Però la nostra collaborazione lavorativa non è andata bene. Mettiamola così, si devono sempre rispettare gli accordi tra le parti".