Caso Genovese, gli avvocati della ragazza 18enne che lo accusa di stupro rinunciano al caso
Gli avvocati della ragazza 18enne che ha accusato Alberto Genovese di averla drogata e stuprata hanno rinunciato al mandato. Lo hanno comunicato in una stringata nota gli stessi legali, Luca Procaccini e Saverio Macrì, che fino a ieri difendevano la giovane e negli scorsi giorni si erano anche esposti mediaticamente per tutelarne l'immagine. Decisive per la scelta dei legali, condivisa anche dai medici che finora avevano seguito la ragazza, sarebbero state le notizie riportate durante la trasmissione "Quarto grado" andata in onda ieri sera su Rete quattro.
Nel programma condotto dal giornalista Gianluigi Nuzzi si è parlato di contatti tra la presunta vittima e persone dell'entourage di Genovese: "Notizie che vere o false che siano, vanno lette unitamente ad una ulteriore serie di circostanze", hanno scritto gli avvocati. Nello specifico, i contatti si sarebbero concretizzati in un pranzo, avvenuto lo scorso sabato 28 novembre in un ristorante milanese tra la ragazza, un suo amico fidato e tre persone dell'entourage dell'imprenditore digitale che si trova in carcere dopo quanto sarebbe avvenuto lo scorso 10 ottobre nel suo lussuoso appartamento nel centro di Milano, ribattezzato "Terrazza sentimento". Dopo questo ipotetico pranzo – anche se teoricamente i ristoranti sono chiusi per Covid a Milano, in quanto zona arancione – la 18enne si sarebbe recata nello studio di un altro avvocato, Luigi Liguori, per farsi assistere da lui.
L'ipotesi di un risarcimento milionario
Era stato lo stesso Nuzzi, in un articolo pubblicato sul quotidiano "La Stampa", ad anticipare la volontà da parte della 18enne di farsi assistere dall'avvocato penalista Liguori, già legale dell'ex moglie di Fabrizio Corona, Nina Moric. Sempre Nuzzi aveva anche parlato dell'ipotesi di un maxi risarcimento da 5 milioni di euro che Genovese potrebbe pagare alla ragazza, in maniera da ottenere attenuanti ed eventuali riduzioni di pena.