Caso Eitan, quando arriverà il verdetto sul futuro del bimbo
Tra due settimane arriverà la decisione del tribunale della famiglia di Israele relativamente all'affido del piccolo Eitan, il bimbo di sei anni sopravvissuto alla strage del Mottarone in cui persero la vita i suoi genitori, suo fratello e i nonni paterni. Il bambino, lo scorso settembre, è stato portato via dalla casa degli zii paterni – che il tribunale di Pavia ha riconosciuto come tutori – e fatto salire su un aereo in Svizzera per trasferirlo in Israele. Per questo atto sono indagati dalla Procura di Pavia con l'accusa di sequestro di persona il nonno materno, Shmuel Peleg, la nonna materna Esther Cohen e l'autista che ha condotto Peleg e il nipote a Lugano.
La decisione del tribunale israeliano non influenzerà le indagini italiane
La zia paterna Aya Biran Nirko ha deciso di presentare istanza al tribunale di Tel Aviv appellandosi alla Convenzione dell'Aja relativa al sequestro di minori. Il 23 settembre si è svolta la prima udienza e l'8 ottobre la seconda: adesso, tra quindici giorni, arriverà il verdetto. Un verdetto che stabilirà se il piccolo debba rimanere in Israele o tornare in Italia, ma che non influenzerà in alcun modo – come assicurato dal procuratore Mario Venditti a Fanpage.it – le indagini italiane sul sequestro.
La nonna materna: Non possono prendere anche Eitan
Lo scorso 8 ottobre l'udienza è iniziata con la testimonianza di Gali Peleg, la zia materna di Eitan che qualche settimana prima aveva detto di essere pronta ad adottare il piccolo. Subito dopo è stata la volta di alcuni consulenti che hanno discusso relativamente alla legittimità dell'affidamento provvisorio, per il quale il 22 ottobre si svolgerà un'udienza al tribunale dei minori di Milano. Alla fine dell'udienza, la nonna materna ha attaccato l'Italia sostenendo che fosse "responsabile della morte di sua figlia" e che "non possono prendere anche Eitan".