Caso Eitan, il mandato di cattura internazionale per il nonno alla vigilia dell’udienza in Israele
"Tutto è stato pianificato e programmato", lo ha ribadito a Fanpage.it il procuratore del Tribunale di Pavia Mario Venditti che da settembre indaga sul rapimento di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. Un piano studiato e realizzato nel minimo dettaglio dal nonno materno Shmuel Peleg che nel pomeriggio dell'11 settembre con la scusa di trascorrere qualche ora con il nipote lo ha allontanato dalla famiglia paterna, affidataria del piccolo, e lo ha fatto salire a bordo di un aereo privato con direzione Israele. Oggi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia Pasquale Villani ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico del nonno paterno e del suo complice Gabriel Abutbul Alon. Su di loro cade un mandato di cattura internazionale con l'accusa di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minori all'estero, oltre che di inosservanza dolosa di provvedimento del minore e della zia paterna Aya Biran Nirkom, unica tutrice legale di Eitan.
Fissata per domani l'udienza in Appello in Israele
La misura cautelare è stata emessa alla vigilia della udienza in Appello in Israele che potrà decidere per un ritorno in Italia del piccolo. In primo grado il giudice di Tel Aviv aveva deciso per il ritorno a Pavia di Eitan: secondo il magistrato il rapimento aveva violato quanto deciso dalla Convenzione dell'Aja, accordo firmato anche da Italia e Israele. Qualche giorno dopo la famiglia materna ha depositato il suo ricorso: "La famiglia è determinata a continuare la battaglia in ogni modo possibile nell'interesse di Eitan, il suo benessere e il diritto a crescere in Israele come i suoi genitori si auguravano", aveva precisato il portavoce della famiglia Peleg Gadi Solomon a poche ore dalla prima sentenza. Non è chiara ora se questo mandato di cattura internazionale potrà influire sulla decisione di domani del giudice israeliano. Certo è che se verrà confermato quanto già deciso in primo grado, Eitan pochi giorni dopo potrà fare ritorno nella sua famiglia paterna.
Il progetto criminoso del nonno materno e del suo complice
Le indagini della Procura di Pavia hanno ricostruito nel dettaglio quanto accaduto il pomeriggio dell'11 settembre e qualche giorno prima: gli accusati hanno pianificato il tutto contando sui loro presunti trascorsi di appartenenza militare e sul fatto che riuscivano a spostarsi sul territorio italiano in modo "ombroso" servendosi di auto noleggiate e comunicando tra di loro tramite utenze telefoniche estere. Il volo era decollato poi dalla Svizzera ed era costato 42mila euro. A conferma della scrupolosità adottata dagli indagati – come si legge nella nota della Procura – ci sono i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nei giorni precedenti il sequestro e verificati "grazie all’analisi del traffico telefonico, in cui si sente "sia Peleg che Alon definire le fasi finali del progetto criminoso". Il piano è stato realizzato anche mettendo in campo alcuni tentativi di corruzione "come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto di Esther Athen Cohen, l'ex moglie del nonno materno, con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro". Il nonno materno poteva contare sul supporto del complice Gabriel Alon Abutbul: su di lui è stata accertata l'appartenenza alla compagnia militare privata denominata "Blackwater" ed è stato "assunto" dai nonni materni per assisterli ed aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele.