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Caso Diasorin, Riesame boccia ricorso di Fontana: “Lecito il sequestro delle chat sul telefono”

Il sequestro dei contenuti dai telefoni del governatore lombardo Attilio Fontana e di altre persone, tra cui l’assessore al Welfare Giulio Gallera, ha rispettato “i principi di proporzionalità e adeguatezza” perché il “perimetro” dell’attività di indagine, relativa al caso Diasorin, è stato limitato a ritrovare le chat “cancellate dall’indagato Alessandro Venturi”. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Pavia, che ha bocciato il ricorso presentato dai legali del governatore.
A cura di Simone Gorla
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Il Tribunale del Riesame ha bocciato il ricorso dei legali del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, e di altre persone, tra cui l'assessore al Welfare Giulio Gallera e la capa della segreteria del governatore, Giulia Martinelli, contro il blitz con cui i militari della guardia di finanza hanno acquisito i contenuti dei loro telefoni nell'ambito delle indagini sul caso Diasorin.

Gli inquirenti che indagano sulla presunta irregolarità dell'accordo tra la multinazionale farmaceutica e il Policlinico San Matteo di Pavia per i test sierologici lo scorso 23 settembre si erano presentati a casa di Fontana – che non è indagato in questa vicenda – per effettuare la copia forense dei contenuti del telefono del governatore.

Un'azione che gli avvocati di Fontana hanno reputato irregolare. "Non c’è stato un perimetro della selezione, ma è stato acquisito tutto il materiale, anche dati che non c’entrano nulla con le indagini. È un principio che vale per tutti i cittadini, non solo per il governatore", aveva spiegato a Fanpage.it l’avvocato Federico Papa, che assiste l'esponente della Lega insieme all’avvocato Jacopo Pensa. Per questo motivo era stato presentato ricorso al Riesame.

Per i giudici di Pavia, però, l'acquisizione di "contenuti" dai telefoni ha rispettato "i principi di proporzionalità e adeguatezza" perché il "perimetro" dell'attività è stato limitato a ritrovare le chat "cancellate dall'indagato Alessandro Venturi", presidente del Policlinico San Matteo. Il Riesame di Pavia chiarisce anche che con questi "criteri di selezione" è implicita la "successiva distruzione della copia forense dei dati non pertinenti" all'esigenza di indagine, anche se il decreto di perquisizione non lo prevede.

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