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Caso Chiara Ferragni

Caso Chiara Ferragni, la Procura potrebbe indagare per sapere se i suoi follower sono veri

Gli investigatori potrebbero allargare l’inchiesta anche sulla tipologia di follower di Chiara Ferragni: in particolare vogliono verificare se si tratti di profili falsi.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'imprenditrice Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata dalla Procura di Milano. Sulla base delle ultime notizie emerse fino a questo momento, sembrerebbe che gli inquirenti vogliano analizzare anche i profili dei milioni di follower che seguono l'influencer.

Le perquisizioni della Guardia di Finanza

Ferragni è stata multata dall'Antitrust per una presunta pratica commerciale scorretta che sarebbe emersa nella collaborazione con l'azienda dolciaria Balocco per la realizzazione del pandoro Pink Christmas. L'influecer ha impugnato la decisione dell'Autorità, così come Balocco.

Nel frattempo a Procura di Milano, dopo la presentazione di esposti da parte del Codacons, ha aperto un'inchiesta per truffa aggravata nei suoi confronti e in quelli dell'azienda Balocco. L'indagine è stata poi allargata alle uova di Pasqua Dolci Preziosi, alla bambola Trudi e i biscotti Oreo. Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza ha acquisito alcuni documenti (mail, messaggi e contratti) nelle diverse sedi.

Oltre che Ferragni, sono indagati anche il manager Fabio Damato, Alessandra Balocco per l'azienda dolciaria e Franco Cannillo per Dolci Preziosi.

Le analisi sui follower

Stando a quanto diffuso fino a questo momento, sembrerebbe che gli investigatori vogliano verificare se tra i trenta milioni di utenti che la seguono ci siano anche profili falsi che potrebbero essere acquistati a pacchetti. Nel caso in cui dovesse essere così, i magistrati potrebbero fare valutazioni sui rapporti contrattuali che l'imprenditrice digitale ha stipulato con le aziende controparti.

In particolare se le parti fossero correttamente bilanciate e se non siano state gonfiate o omesse informazioni.

La Procura Generale aveva infatti specificato che l'"enfatizzazione" della beneficenza durante la campagna promozionale sul pandoro Pin Christmas è "amplificata dai mezzi di comunicazione" usati che ha indotto poi in errore i consumatori che hanno quindi compreso che avrebbero contribuito a una finalità benefica, la cui serietà "era garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di follower".

Nelle prossime settimane gli inquirenti potrebbero convocare gli indagati per gli interrogatori.

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