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Caso camici, interrogato per tre ore l’ex dg della centrale acquisti Aria di Regione Lombardia

Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti della Regione Lombardia, è stato interrogato per tre ore dai pubblici ministeri milanesi che indagano sul caso della fornitura di camici per mezzo milione di euro da parte dell’azienda del cognato del governatore Attilio Fontana, Andrea Dini. Bongiovanni è indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, così come il patron della Dama spa.
A cura di Simone Gorla
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Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti della Regione Lombardia, è stato interrogato per tre ore dai pubblici ministeri milanesi che indagano sul caso della fornitura di camici per mezzo milione di euro da parte dell'azienda del cognato del governatore Attilio Fontana.

Caso camici in Regione Lombardia: interrogato per tre ore l'ex dg della centrale acquisti Aria

Bongiovanni, indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, ha chiesto qualche settimana fa un altro incarico, lasciando la direzione di Aria. Dopo il confronto con gli inquirenti è uscito dal Palazzo di Giustizia, accompagnato dal suo legale, senza rilasciare dichiarazioni.

È indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente

Nell'inchiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Filippini, Furno e Scalas è indagato anche Andrea Dini, cognato del presidente della Lombardia e patron della società, la Dama spa, di cui la moglie di Fontana, Roberta Dini, detiene una quota del 10 per cento (ma per i pm non avrebbe ruolo attivo nella vicenda). Il caso è stato sollevato da un'inchiesta di Report, che ha scoperto la vicenda e sollevato il tema del conflitto di interessi del presidente della Regione, che ha sempre negato di essere stato a conoscenza dell'accordo e al momento non è indagato.

I dubbi sull'affidamento senza gara poi trasformato in donazione

L'affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale al 16 aprile, sarebbe poi stato trasformato in donazione il 20 maggio, dopo che la trasmissione d'inchiesta aveva iniziato a fare domande. Numerosi testimoni sono stati sentiti dai pm come testi nelle ultime settimane. A quanto emerge, secondo gli inquirenti molti a Palazzo Lombardia erano a conoscenza della vicenda.

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