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Caso camici in Regione Lombardia

Caso camici, il presidente della Lombardia Fontana indagato anche per autoriciclaggio

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana è indagato per falsa dichiarazione in voluntary disclosure e autoriciclaggio dalla procura di Milano. Le nuove accuse arrivano nell’ambito del cosiddetto “caso camici”, per cui il governatore leghista risultava già indagato con l’accusa di frode in pubbliche forniture.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuove accuse per il presidente della Lombardia Attilio Fontana nell'ambito del cosiddetto "caso camici". Il governatore leghista, già indagato dalla procura di Milano con l'accusa di frode in pubbliche forniture, deve rispondere adesso anche di falsa dichiarazione in voluntary disclosure e autoriciclaggio. Le nuove accuse riguardano uno sviluppo dell'inchiesta relativa al bando per la fornitura di 75mila camici e altro materiale sanitario che nella scorsa primavera l'azienda Dama Spa, di proprietà del cognato di Fontana Andrea Dini, si assicurò dalla Regione Lombardia tramite la centrale acquisti Aria (al centro di roventi polemiche anche per i vaccini Covid).

La procura vuole indagare sul conto milionario in Svizzera di Fontana

Come è emerso in seguito, la fornitura di materiale medico venne tramutata in donazione dopo che la trasmissione televisiva Report parlò della vicenda ed emerse il potenziale conflitto di interessi del governatore. A quel punto Fontana cercò di "risarcire" in parte il cognato, anch'egli indagato, con un bonifico da 250mila euro proveniente da un conto svizzero, a suo dire frutto dell'eredità dei genitori. Su questa somma, 5,3 milioni di euro che in precedenza erano gestiti da un doppio trust alle Bahamas e poi erano confluiti in Svizzera, è stata avviata una rogatoria da parte dei magistrati, che intendono appurarne appunto l'effettiva provenienza. Fontana sostiene che si tratti dell'eredità della madre, una ex dentista deceduta a 92 anni: soldi che sarebbero stati dichiarati al Fisco tramite la voluntary disclosure nel 2015. Ma secondo i pubblici ministeri Carlo ScalasLuigi Furno e Paolo Filippini, che indagano sulla vicenda coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, parte di quel denaro potrebbe essere frutto di evasione fiscale.

La difesa di Fontana disposta a fornire chiarimenti

Nella nota con cui la procura di Milano ha annunciato la rogatoria si legge anche che "la difesa di Fontana si è dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento sia in sede rogatoriale che, se del caso, mediante produzione documentale ovvero presentazione spontanea dell'assistito". Il presidente della Regione è difeso dall'avvocato Jacopo Pensa.

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