Caso camici, il cognato del governatore Fontana: “Devo donarli, motivi famigliari”
Non proprio beneficenza. La donazione effettuata dalla Dama Spa di Andrea Dini, cognato del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dei camici, sarebbe arrivata nella sera del 16 maggio scorso quando l'imprenditore, parlando in una chat con Paolo Zanetta, procuratore della società, dice: "Ovviamente tutti, dico tutti, sono nella lista dei fornitori di camici. Armani, Hermo, Moncler. Gli unici cog… siamo noi". "Ma lo mandi a cag.. e fatturiamo lo stesso", lo istiga Zanetta, ma Dini tronca il discorso: "Non posso", gli scrive.
Dini: Non posso, questioni famigliari
La Dama Spa ha dunque rinunciato al pagamento dei camici realizzati per Aria. La vera ragione, però, sarebbe stata fornita tre giorni più tardi da Dini in una chat con l'assessore regionale Raffaele Cattaneo, che precedentemente l'aveva aiutato a trovare i tessuti per i camici nonostante Dama si fosse candidata senza disporne. Nella chat in questione, secondo quanto riportato dal Corriere della sera, Dini chiederebbe all'assessore "due minuti per spiegare di persona alcune cose". Cosa? A questa domanda, Cattaneo ha risposto ai pm che Dini gli comunicò "di aver deciso di trasformare la commessa in donazione per ragioni di carattere familiare". Poi, il tentativo di recuperare parte degli incassi, come suggerito da altre chat in cui la moglie di Fontana, sorella di Dini, scrive al fratello: "Attilio ora a Milano. Ti devi imporre. Lunedì si recupera tutto quello che si può". L'eventualità però non si è verificata e dei 25.000 camici restanti su cui la Regione contava non verrà completata la donazione né la fornitura. Per questo i pm hanno contestato l'ipotesi di reato a Dini in concorso anche con Fontana per frode in pubbliche forniture.
La sorella di Dini, moglie di Fontana: Chiama l'assessore, conosco sua moglie
Sempre dalle colonne del Corsera si legge poi che dalle chat di Dini si intuirebbe la "catena di interessamenti politici" avviata dalla moglie di Attilio Fontana. L'assessore Cattaneo, nell'interrogatorio, aveva dichiarato di "non ricordare il nome della persona da cui ricevetti una telefonata con la quale mi veniva manifestato l’interesse di Dini a rendersi disponibile. L’ho contattato in marzo e mi sono reso conto che non era immediatamente in grado di fornire i camici del tipo che interessavano a noi, anche per la difficoltà a reperire il materiale idoneo; ma, avendo una impresa valida, gli ho indicato le imprese fornitrici". La moglie di Fontana avrebbe poi scritto a suo fratello di provare "a chiamare l'assessore. Sembra che siano molto interessati ai camici. Questo mi dice assessore al bilancio Caparini. Ho avvisato la moglie di Cattaneo (che conosco un po’) che vuol dare una mano. Dice che lui sa il tessuto", conclude infine la donna.