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Caso Bozzoli, gli animalisti si oppongono all’esperimento con il maiale: come verrà risolto l’omicidio

Secondo l’accusa il presunto omicida potrebbe essersi liberato del corpo di Mario Bozzoli bruciandolo in uno dei due forni della sua fonderia. Il Tribunale, per capire meglio, ha deciso di uccidere allo stesso modo un maiale.
A cura di Giorgia Venturini
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Gli animalisti non ci stanno e chiedono che venga annullato l'esperimento deciso dalla Corte d'Assise di Brescia: i giudici hanno come unico obiettivo quello di capire cosa sia successo quel giorno del 2015 quando Mario Bozzoli, titolare di una fonderia a Marcheno, sparì nel nulla. Unico imputato a processo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla distruzione di cadavere è il nipote Giacomo Bozzoli, all'epoca dei fatti 31enne. Secondo l'accusa il nipote potrebbe essersi liberato del corpo dello zio bruciandolo in uno dei due forni. Per capire se è possibile che un corpo venga bruciato senza mai rilasciare tracce il Tribunale ha deciso che il prossimo 27 aprile alle 14.30 un piccolo maiale, l'animale più compatibile secondo gli esperti con il profilo biologico dell'essere umano, verrà prima ucciso e poi gettato nel forno della fonderia Gonzini di Provaglio d’Iseo. Verrà vestito con abiti simili a quelli che indossava l'imprenditore la sera della scomparsa.

La lettera della lega antivivisezione

Una decisione a cui si oppongo gli animalisti, e in particolare la lega antivivisezione che ha scritto una lettera aperta al presidente del tribunale di Brescia e al procuratore capo contestando la scelta del presidente della Corte d'Assise di Brescia Roberto Spanó: "Pare opportuno rilevare – scrive la Lav in una lettere a riportata anche da La Repubblica – come tale esperimento giudiziale si ponga in potenziale contrasto con la normativa europea e nazionale, anche costituzionale, a tutela degli animali, che codesto Tribunale non ha mancato negli anni di interpretare in maniera rigorosa, ed appaia potenzialmente suscettibile di integrare una condotta penalmente rilevante, consistente nel destinare all'abbattimento un animale, potenzialmente curabile, senza necessità, attesa l'assenza di qualsivoglia notizia in merito all'impossibilità di ricorrere a cure salvavita nei suoi confronti". Quindi la lega antivivisezione chiede l'annullamento dell'esperimento appellandosi anche all'articolo 544 -bis del codice penale che disciplina l'uccisione di animali.

L'imputato si dichiara innocente

Il nipote Giacomo si è sempre detto innocente davanti ai giudici: l'imputato ha spiegato agli inquirenti di aver pensato inizialmente a un malore o che lo zio potesse essere andato via per qualche giorno per motivi sentimentali. Cosa sia successo però non è ancora chiaro. Certo è che a insospettire tutto è stato il ritrovamento del corpo dell'operaio Beppe Ghirardini nei boschi di Ponte di Legno: era una delle ultime persona ad aver visto in vita l'imprenditore. Anche la sua morte è ancora avvolta nel mistero. Due morti che possono essere collegate tra di loro. Ma se il corpo di Ghirardini è stato ritrovato quello di Mario Bozzoli no.

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