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Carriera alias nella scuole, Samuele: “Se la abolissero molti di noi potrebbero lasciare gli studi”

Samuele Appignanesi ha 22 anni e frequenta l’Università Bocconi dove a gennaio 2022 è stata introdotta la carriera alias. Se in una scuola non c’è la carriera alias o ancora peggio viene introdotta e poi tolta, alla persona trans arriva il messaggio: “Tu sei sola”, spiega a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Samuele Appignanesi
Samuele Appignanesi

Fratelli d'Italia presenterà, durante il Consiglio Regionale della Lombardia, una mozione contraria allo strumento della carriera alias. In questi giorni, il consigliere di FdI Pietro Macconi ha anticipato la mozione, inviando una lettera al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e una e-mail ai dirigenti scolastici in cui espone una serie di idee indicibili su questo strumento al solo scopo di eliminarlo negli istituti scolastici.

A Milano sono diverse le scuole e le università che hanno introdotto la carriera alias. Tra gli atenei c'è l'Università Bocconi. Samuele Appignanesi, 22 anni e studente di Giurisprudenza, è tra coloro che ha potuto usufruirne.

A Fanpage.it, ne ha spiegato l'importanza e specificato come abolire la carriera alias farebbe sentire le persone trans più sole: "Noi persone trans siamo vittime di insulti e minacce: se non abbiamo il minimo segnale di accettazione dalle Istituzioni, è difficile per noi voler continuare a far parte di questi sistemi".

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Perché è importante la carriera alias nelle scuole e nelle università?

Ci sono persone che frequentano le scuole superiori o l’università che, nel momento in cui scoprono di essere transgender e decidono di fare coming out, si trovano di fronte a una situazione complessa: la legge italiana che permette di fare la transizione, infatti, prevede costi altissimi e tempi lunghissimi.

Per una persona giovane, quindi, è praticamente impossibile accedere a questo percorso.

La carriera alias è l’unico modo che ha una persona trans per poter essere se stessa, per poter essere riconosciuta e tutelata nel proprio luogo di studi.

Il consigliere regionale in Lombardia di Fratelli d’Italia Pietro Macconi ha scritto una lettera, indirizzata al ministro dell’Istruzione, in cui sostiene che gli studenti e le famiglie lombarde sono sempre più confuse dall’approvazione di questo strumento. Tu hai percepito confusione tra i tuoi compagni di corso?

No, assolutamente. Per l’introduzione della carriera alias nelle scuole superiori ci sono percorsi creati in grande unità tra genitori, insegnanti, dirigenti e studenti che portano all’approvazione di questo strumento. Viene avviata una formazione organica tale che si arriva al punto in cui avere questo strumento è desiderio comune di ogni singola parte.

Credo veramente che nel momento in cui una persona capisce cosa significhi avere questo strumento e quanti benefici porti al benessere mentale di uno studente, è impossibile che ne sia contraria.

Sia nella lettera del consigliere che in una mozione di Fratelli d’Italia si sostiene che questo protocollo potrebbe inficiare il benessere psicologico dei giovani. Cosa ne pensi?

Sulla base delle statistiche che abbiamo – anche se in Italia ce ne sono meno rispetto agli altri Paesi – le persone trans sono estremamente esposte a problemi di salute mentale. Spesso, purtroppo, si registrano casi di suicidio.

Questo non è dovuto al fatto che siano trans o che siano state “indottrinate”, ma al fatto che ogni giorno si sentano dire che quello che sono è sbagliato, non esiste, è immaginario e che le manderà all’inferno. Quest’ultima è una frase che, proprio perché il clima cattolico è preponderante nel nostro Paese, ho sentito spesso dire.

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Sempre lungo la sua lettera, il consigliere sostiene che la carriera alias possa instillare nei bambini e nei giovani l’idea di essere nati in un corpo sbagliato. Come commenteresti questa frase?

Nessuna delle persone trans della mia età o più grandi di me è cresciuta con qualcuno che ha spiegato cosa possa essere trans. L’esperienza dominante è che sentiamo questa differenza dentro di noi, ma non sappiamo darle un nome. Io ho imparato la parola trans appena prima di fare coming out, ma dentro ci sono anni di domande su cosa sono? Chi sono?

Quando frequentavo la scuola, la parola trans non è stata mai pronunciata.

L’introduzione della carriera alias potrebbe evitare casi di abbandono scolastico?

Sì. A livello giuridico riconoscere una persona significa in qualche modo dire: “Ti vedo e ti proteggo”. Se in una scuola non c’è la carriera alias o ancora peggio viene introdotta e poi tolta, alla persona trans arriva il messaggio: “Tu sei sola”.

Noi persone trans siamo vittime di insulti e minacce: se non abbiamo il minimo segnale di accettazione dalle Istituzioni, è difficile voler continuare a far parte di questi sistemi.

Quando è stata introdotta la carriera alias all’Università Bocconi?

A gennaio 2022.

L’approvazione di questo strumento, che effetto ha avuto su di te?

In occasione della mobilitazione prevista per l’11 settembre, ho realizzato un video-montaggio di tutti i filmati che mi sono fatto nei mesi in cui interagivo con gli organi dell’Università per l’introduzione di questo strumento.

Ho conservato tutti questi video in cui spiegavo cosa stava succedendo e riguardandoli ho provato una felicità quasi da bambino: mi sembrava di stare sulla Luna. Per l’introduzione della carriera alias, ho avuto supporto fin dall’inizio: all'Università sono stati fantastici.

Nel caso in cui questo strumento dovesse essere eliminato, arriveresti al punto di abbandonare l’Università?

La mozione di Fratelli d’Italia di settembre sembrerebbe essere rivolta più alle scuole. A giugno, però, era più ampia e sembrava che anche la mia carriera alias fosse a rischio. Non abbandonerei gli studi, ma probabilmente smetterei di frequentare le lezioni.

Frequento da due anni l’Università Bocconi. Tutti mi conoscono con il mio nome, Samuele. Durante alcune lezioni fanno l’appello e dovrei sentire il mio vecchio nome e non ce la farei.

Dopo l’approvazione della carriera alias, hai vissuto episodi discriminatori?

No. Sono stati tutti molto attenti. Tutti i professori sono informati. Al massimo ho percepito curiosità, che è bella invece.

Perché è così difficile capire quanto sia utile questo strumento?

Perché il cambiamento spaventa. È difficile per chiunque uscire dai propri schemi mentali. La divisione uomo/donna è molto rimarcata fin dall’infanzia.

Quando qualcuno tocca una cosa quasi basilare della nostra società, la prima reazione è il rifiuto proprio perché va a minare una certezza.

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