“Carol Maltesi uccisa perché cercava la sua indipendenza”: le motivazioni dell’ergastolo a Fontana
L'omicidio di Carol Maltesi fu una "brutale violenza di genere". La donna, uccisa nel gennaio 2022 a Rescaldina (Milano) dal vicino di casa Davide Fontana, con cui da febbraio a giugno 2021 era stata legata da un breve rapporto sentimentale, fu così punita in quanto "donna che cercava la propria indipendenza". È quanto scrivono i giudici della corte d’Assise d’appello di Milano nelle quasi cento pagine di motivazioni che condannano il bancario all’ergastolo, con pena aumentata rispetto ai 30 anni inflitti in primo grado, riconoscendo le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.
A Davide Fontana, ex bancario 45enne, non sono state riconosciute le attenuanti generiche come avvenuto invece in primo grado. L'uomo, dopo aver ridotto la vittima in "condizione di passività assoluta", con la scusa di girare un video amatoriale, invece di "lasciare andare" la donna o di impegnarsi "a coltivare e a valorizzare il legame con lei", ha scatenato la sua "furia omicida verso un fin troppo facile ed inerme bersaglio": la donna aveva espresso intenzione di trasferirsi tra Praga, dove poter intraprendere una vera carriera da attrice hard, e il Veronese, dove abitava il figlio di 7 anni.
Carol Maltesi, giovane che si era avvicinata al mondo dell’hard e alla produzione di contenuti sulla piattaforma Onlyfans, è stata insomma "uccisa per un costante filo rosso, quasi un denominatore comune di delitti omologhi e della stessa indole: perché non era un uomo ma una donna", punita con "intento vendicativo" perché cercava "la sua indipendenza, economica e personale".
Una sentenza che arriva dopo quella in primo grado, largamente discussa per la pena inflitta a Davide Fontana e per le parole utilizzate dai giudici di Busto Arsizio che avevano definito Carol Maltesi come "giovane e disinibita" ("Fontana si è sentito usato, la amava perdutamente", si legge nelle motivazioni di primo grado).