Carol Maltesi uccisa e il corpo nascosto a pezzi in freezer: lunedì arriverà la sentenza per Davide Fontana
È fissata per lunedì 12 giugno la sentenza sull'omicidio di Carol Maltesi, la ragazza di 26 anni uccisa con un martello e un coltello e il cui corpo fatto a pezzi e nascosto in un freezer per settimane. Il cadavere della giovane è stato poi trovato da un passante il 20 marzo dello scorso anno in un dirupo a Borno, in Valcamonica. Il corpo della ragazza è stato riconosciuto da un tatuaggio rimasto visibile.
Poco tempo dopo il ritrovamento in manette con l'accusa di omicidio volontario aggravato e distruzione e occultamento di cadavere è finito il 44enne vicino di casa della ragazza Davide Fontana con il quale la 26enne aveva avuto una frequentazione. L'omicidio era avvenuto nella casa della giovane a Rescaldina, vicino a Milano.
Per la difesa non c'è la premeditazione
Ieri lunedì 5 giugno gli avvocati difensori, i legali Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri, nella loro arringa finale hanno chiesto una pena della reclusione nei minimi previsti dalla legge riconoscendo gli attenuanti generici per la confessione spontanea dell'imputato durante le indagini. Inoltre la difesa ha chiesto che non venga riconosciuta la premeditazione. Se così fosse Davide Fontana sono avrebbe una condanna all'ergastolo.
La difesa davanti al giudice ha spiegato perché l'imputato non avrebbe agito con premeditazione. I legali hanno precisato che l'imputato non era geloso nei confronti della donna. Questo lo dimostrerebbe il fatto che Fontana sapeva delle altre frequentazioni della ragazza ed è sempre stato "molto assecondante".
E ancora: secondo la difesa, non ci sarebbe stata premeditazione anche perché il cadavere della ragazza è stato fatto sparire in modo "confuso e maldestro". Fontana non aveva studiato e fatto ricerche prima di uccidere Carol: gli strumenti che sono serviti per la pulizia e lo stesso freezer dove è stato nascosto per settimane il corpo sono stati acquistati dopo.
Davide Fontana ha chiesto: "So di poter sembrare parecchio distaccato e controllato, provo un'enorme sofferenza ogni giorno. Sono pentito per quello che ho fatto e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio".
L'accusa chiede l'ergastolo e l'isolamento per due anni
L'accusa invece durante la sua arringa finale ha chiesto davanti al Tribunale di Busto Arsizio l'ergastolo per Davide Fontana con isolamento diurno per due anni. Per la Procura invece, il titolare dell'indagine è Carlo Alberto Lafiandra, il 43enne avrebbe pianificato l'omicidio della ragazza: sembrerebbe infatti che fosse geloso e avesse paura di perderla dopo che la ragazza gli aveva accennato di volersi trasferire nei pressi di Verona per avvicinarsi al figlio. Questo sarebbe il movente dell'omicidio.
Stando all'analisi della psichiatra nominata dai giudici, Mara Bertini, il 43enne avrebbe agito lucidamente sarebbe infatti stato "capace di intendere e di volere".