Carol Maltesi poteva ancora salvarsi dopo le 13 martellate inferte da Davide Fontana
Non hanno dubbi i medici legali che hanno effettuato l'autopsia sul corpo di Carol Maltesi: la giovane mamme poteva ancora salvarsi dopo le 13 martellate che gli ha inferto, con brutale violenza, il suo ex compagno e vicino di casa Davide Fontana. Probabilmente lo sapeva anche lo stesso Fontana che, a questo punto probabilmente non a caso, le ha poi tagliato la gola. Ed è quindi questa la reale causa della morte della 26enne.
L'autopsia di Carol Maltesi
Durante il processo con rito ordinario e non abbreviato, hanno deposto presso la Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, i medici legali incaricati di effettuare gli esami autoptici sul corpo della giovane donna, che è stato ritrovato ben due mesi dopo l'omicidio e dopo essere stato fatto a pezzi e conservato per un periodo in un congelatore.
Secondo i periti, Carol Maltesi avrebbe potuto salvarsi se Davide Fontana si fosse fermato dopo averla ripetutamente picchiata con un martello. I colpi, per quanto inferti con forza e violenza, non sarebbero infatti risultati mortali. Neanche quelli, confermati dalle lesioni del cranio, che la avevano colpita sulla testa.
La mamma di appena ventisei anni è quindi morta perché Fontana, dopo averla percossa, ha deciso di tagliarle la gola e, di fatto, sgozzarla. Questo sembrerebbe escludere qualsiasi ipotesi connessa a un eventuale raptus da parte dell'omicida.
Il processo a Davide Fontana
In tal caso, infatti, Fontana avrebbe potuto fermarsi dopo le martellate e, invece, qualche attimo dopo ha impugnato un coltello e l'ha sgozzata. Durante il processo gli inquirenti proveranno quindi a capire se questo gesto sia stato determinato dalla precisa volontà di assicurarsi che la donna morisse.
Intanto il processo continua, senza rito abbreviato, e le imputazioni per Fontana sono di omicidio, distruzione e occultamento di cadavere.