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Omicidio Carol Maltesi

Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie: chi era la ragazza uccisa e fatti a pezzi dall’ex fidanzato

La donna, originaria di Sesto Calende, aveva un figlio di sei anni. A ucciderla è stata il vicino di casa ed ex fidanzato.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'avrebbe colpita in testa al termine di un litigio: è così che un uomo di 43 anni, vicino di casa e – come appreso da Fanpage.it – ex fidanzato, ha ucciso Carol Maltesi, la 26enne conosciuta nel mondo del porno con il nome di Charlotte Angie. L'uomo ha confessato nella notte e dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

La 26enne aveva un figlio

La ragazza era originaria di Sesto Calende, comune in provincia di Varese. All'età di venti anni aveva deciso di trasferirsi in provincia di Milano. Nel 2016 è diventata mamma e il suo bimbo vive con il padre a Verona. La ragazza aveva così lavorato come commessa, ma nel periodo del lockdown – a causa delle difficoltà economiche scatenate dalla pandemia – aveva deciso di darsi all'intrattenimento per adulti aprendo un profilo sul sito Onlyfans. Dopodiché era entrata nel mondo del porno con il nome di Charlotte Angie. 

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È stata colpita in testa durante un litigio

La ragazza è morta a gennaio scorso: il 43enne, suo vicino di casa, l'ha colpita in testa durante un litigio. Stando a quanto spiegato a Fanpage.it, l'uomo non ha spiegato per cosa stessero litigando. I carabinieri di Breno, guidati dal capitano Filiberto Rosano (lo stesso che ha condotto le indagini sul caso Laura Ziliani), stanno ancora svolgendo tutti gli approfondimenti necessari. Dopo averla uccisa, ha nascosto il suo corpo nel congelatore della casa della donna. Poi lo ha fatto a pezzi e buttato in un dirupo a Borno.

Il ritrovamento del corpo

È stato un passante, Fausto Fedrighi, ad avere individuato i quattro sacchi neri: "Di solito i sacchi della spazzatura sono gonfi, quelli invece erano pesanti e sembrava contenessero pietre. Allora ne ho aperto uno", aveva detto a Fanpage.it. All'interno di quei sacchi c'era proprio il corpo di Carol. I carabinieri di Breno hanno quindi avviato subito le indagini. L'obiettivo principale era quello di dare un volto a quel corpo che era in avanzato stato di decomposizione. Dall'analisi delle impronte digitali non si ha avuto alcun risultato: sono stati i tatuaggi a consentire una svolta.

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La confessione del 43enne

I carabinieri hanno infatti lanciato un appello elencando tutti i tatuaggi visibili: un fan ha quindi segnalato che quei tatuaggi gli ricordavano quelli di Carol. Da lì sono iniziati gli approfondimenti. Stando alle indagini degli inquirenti, l'auto della 26enne il 20 marzo scorso – giorno del ritrovamento del suo corpo – transitava proprio a Borno. A guidarla però c'era un uomo: il suo vicino ed ex fidanzato. Convocato dai carabinieri, l'uomo – durante l'interrogatorio – ha confessato l'efferato gesto.

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