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Carmela Fabozzi uccisa con un vaso in casa, il racconto del figlio: “L’ho vista in una pozza di sangue”

Davanti ai giudici del tribunale di Varese, l’uomo ha raccontato il momento in cui entrando in casa: “Ho aperto la porta salutandola come sempre – ha detto – poi l’ho vistai in una pozza di sangue. Non ho capito più niente”. Per l’omicidio di Carmela Fabozzi è a processo Sergio Domenichini, ex guardia giurata e volontario in un’associazione di assistenza agli anziani.
A cura di Sara Tirrito
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Ha testimoniato davanti ai giudici Angelo Casoli, il figlio di Carmela Fabbozzi, la 73enne uccisa in casa sua a Malnate, in provincia di Varese. Casoli è stato il primo a trovare il corpo senza vita della madre, uccisa oltre un anno fa con un vaso di fiori all'ingresso del suo appartamento. L'uomo ha raccontato quello che ha visto, la scoperta terribile della donna in mezzo al sangue, poi ha parlato della vita della pensionata, del suo carattere e delle sue abitudini.

Le parole del figlio

Casoli ha raccontato ai giudici i momenti dolorosi del ritrovamento della madre. È entrato in casa e come sempre ha aperto la porta per salutarla, poi, ha detto: "l'ho visto in una pozza di sangue". A quel punto il panico, "Non ho capito niente, ho iniziato a dire ‘Svegliati, rispondimi'", ha raccontato con dolore.

L'uomo ha poi raccontato delle abitudini in vita della madre, che ha descritto come una persona molto riservata. Usciva per andare al supermercato o al cimitero per andare a far visita al figlio defunto e al marito.

Secondo quanto raccontato da Casoli, Carmela Fabozzi era molto legata ai suoi gioielli, che sono spariti dopo l'omicidio. "Non usciva mai senza i suoi anelli – racconta il figlio – gli orecchini e una collanina d'oro a cui teneva particolarmente".

La dinamica dell'omicidio e il presunto assassino

L'omicidio risale al luglio 2022. La donna, Carmela Fabozzi, pensionata di 73 anni, era stata uccisa con un vaso di fiori all'ingresso di casa. Tramite le impronte ritrovate in casa, il segnale gps dell'auto, e altri indizi, gli inquirenti erano riusciti a ricondurre l'omicidio a un uomo, Sergio Domenichini, oggi a processo al Tribunale di Varese.

Domenichini, 67 anni, è una ex guardia giurata e faceva il volontario in un'associazione che assiste gli anziani. Era noto alle forze dell'ordine per furti, reati contro il patrimonio, ricettazione e truffe. In tribunale, il figlio della vittima ha dichiarato di non averlo mai visto prima. "Sapevo solo – ha raccontato ai giudici – che mia madre un giorno si era fatta dare un passaggio e che lui in cambio le chiese qualche spicciolo". In aula è apparso ancora molto scosso dalla morte della madre: "Mi è crollato il mondo addosso – ha detto – non sono riuscito a salvarla".

Ora Domenichini dovrà rispondere di omicidio volontario a scopo di rapina, con aggravanti di motivi abbietti e futili, della crudeltà e della minorata difesa. La famiglia della vittima si è costituita parte civile al processo. La sentenza sarà emessa il 13 dicembre.

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