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Carlo Gatti trovato senza vita in camera da letto nel Pavese, l’autopsia esclude la morte violenta

L’autopsia ha escluso la morte violenta di Carlo Gatti. L’89enne, che viveva a Colli Verdi (Pavia), è deceduto a causa di un’emorragia. La nipote, Liliana Barone, è ancora in carcere per omicidio.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La morte di Carlo Gatti non è stata violenta. Lo ha stabilito l'autopsia eseguita sul corpo dell'89enne trovato senza vita la mattina del 4 febbraio scorso nella sua casa nella frazione Canavera di Ruino, a Colli Verdi (piccolo comune in provincia di Pavia). Gli esami non hanno evidenziato fratture craniche o altri segni di violenza sul corpo. Gatti sarebbe morto a causa di un'emorragia, provocata da un colpo di bassa intensità compatibile anche con una caduta. I danni provocati sarebbero stati amplificati dalle patologie di cui soffriva e dalle medicine che prendeva. Nonostante i risultati dell'autopsia, sua nipote Liliana Barone è ancora in carcere con l'accusa di omicidio.

L'arresto di Barone

Barone, la nipote 45enne che aiutava Gatti con le faccende domestiche, era stata arrestata subito dopo i fatti. Nell'interrogatorio di garanzia aveva spiegato che da tempo viveva con suo figlio e l'anziano zio in quella casa a due piani di Canavera di Ruino e che quella mattina lo aveva trovato a terra, ai piedi del letto, in un lago di sangue.

Ai soccorritori Barone si era lasciata sfuggire alcune parole che ha convinto gli investigatori ad arrestarla. La donna, infatti, si sentiva in colpa per la morte dello zio per non averlo sorvegliato come avrebbe voluto. Una volta in carcere, al primo interrogatorio si era avvalsa della facoltà di non rispondere, ma alcuni giorni dopo aveva dato la sua versione dei fatti sia al pubblico ministero che al giudice per le indagini preliminari.

L'autopsia e la richiesta di revoca del carcere

L'autopsia, ora, esclude una morte violenta per Gatti. L'89enne era anziano e aveva serie patologie, cose che sommate a un incidente, forse proprio una caduta, gli sono costate la vita. Come riportato da La Provincia Pavese, Barone e i suoi legali conoscevano i risultati di questi esami da giugno e perciò hanno già richiesto un appello al Tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare del carcere e l'udienza è stata fissata per il 4 settembre.

La 45enne punta al ritorno in libertà, o al massimo ai domiciliari. La casa in cui viveva con lo zio deceduto è ancora sotto sequestro, ma sembrerebbe non essere un problema per lei trovare una sistemazione fino al termine delle indagini. Domani, 23 agosto, la pm Valentina Terrile vuole interrogarla. La magistrata ha ereditato il fascicolo dal collega Paolo Mazza, che a giugno è passato alla Procura di Milano.

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