Carabinieri accoltellano un pusher nel Varesotto: l’ipotesi del pizzo sullo spaccio
Se da un lato sembrano non esserci dubbi circa le responsabilità dei due carabinieri indagati per tentato omicidio, dall'altro il motivo che li ha spinti ad accoltellare un presunto pusher in un boschetto di Castiglione Olona (in provincia di Varese) è ancora un mistero. Il procuratore Antonio Gustapane ha fatto sapere che i militari del Comando generale di Varese che stanno indagando su quanto accaduto nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 luglio hanno effettuato alcuni sequestri. Tra questi, non ci sarebbe droga: con ogni probabilità dovrebbe esserci il coltello usato per colpire l'uomo ancora senza identità e ricoverato in Terapia intensiva, ma potrebbe esserci anche del denaro.
L'interrogatorio di garanzia che si terrà nelle prossime ore davanti al gip Marcello Buffa potrebbe aiutare a indirizzare le indagini verso una precisa direzione. Intanto, però, tra le possibili piste in corso di valutazione c'è anche quella che porta al pizzo, mentre uno dei due indagati ha spiegato al proprio avvocato, Fabio Fiore, di aver agito per legittima difesa.
Il soccorso del ferito e l'arresto dei due carabinieri
Era stata una coppia di residenti di Castiglione Olona a notare, intorno alla mezzanotte tra il 5 e il 6 luglio, un uomo che implorava aiuto in via fratelli Rosselli, nei pressi di uno dei più importanti boschi della droga del Varesotto. Il ferito, di cui ancora non è nota l'identità poiché non aveva documenti addosso, era stato raggiunto da alcune coltellate all'addome. In questo momento si trova ricoverato in Terapia intensiva all'ospedale di Circolo di Varese.
Meno di 24 ore dopo, i carabinieri hanno fermato con l'accusa di tentato omicidio un appuntato di 28 anni e un brigadiere di 32 anni, in servizio presso le Stazioni di Cuvio e Malnate. Un'indagine lampo, svolta prima dell'intervento della Procura, che ha portato all'individuazione dei due militari.
L'appuntamento con il pusher e l'accoltellamento
Stando a quanto accertato, i due carabinieri avevano preso un appuntamento con quell'uomo, probabilmente cittadino marocchino e attivo nello spaccio del Varesotto. Tuttavia, i militari non erano in servizio e non avevano alcun ordine da eseguire in quelle zone tantomeno a quell'ora.
Il motivo dell'incontro non è ancora noto, si spera possa uscire durante l'interrogatorio di garanzia che si terrà davanti al gip. Uno dei due indagati, però, ha spiegato al suo avvocato di essere intervenuto perché il collega era stato aggredito da quel presunto pusher.
Ancora, non si conosce il motivo di questa presunta aggressione. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che i militari possano essere coinvolti in un giro di protezione di alcune bande dello spaccio. Non è escluso, infatti, che i due carabinieri ora accusati di tentato omicidio chiedessero a quell'uomo un pizzo che garantiva alle sue attività illegali una certa serenità.
Se questo quadro, che è appunto solo ipotizzato al momento, dovesse trovare riscontri, avrebbe una spiegazione anche la presunta aggressione ai danni di uno dei due carabinieri. Il pusher, infatti, potrebbe essersi rifiutato di consegnare loro altro denaro, oppure ancora potrebbe aver deciso di interrompere quel rapporto, magari minacciandoli anche di denuncia. Solo i prossimi accertamenti potranno fornire una corretta panoramica di quanto accaduto nel boschetto di Castiglione Olona.